Jean-Claude Biver, CEO di Tag Heuer e presidente del gruppo Hublot, continua a fornire nuove indicazioni sugli smartwatch che le società da lui guidate stanno sviluppando insieme a Intel. Uno dei primi modelli dovrebbe essere chiamato Carrera Wearable 01 ed essere presentato il 9 novembre a New York. Biver ne ha parlato con Nikkei, spiegando che lo smartwatch sarà venduto dal giorno dopo in 150 paesi in tutto il mondo. Il prezzo previsto è di 1.500 dollari. Avrà molte delle funzioni che si trovano in altri smarwatch ma non l’assistente vocale. La società punta sulla combinazione di caratteristiche tradizionali dei segnatempo di fascia alta, unita a funzioni smart e fattori quali la costruzione con materiali impermeabili.
Biver spiega che il gadget assomiglierà a un classico orologio, di fatto il Carrera, uno dei più noti prodotti dalle sue aziende, condividendo con questo modello il case e il cinturino. Non è chiaro se l’orologio vanterà o meno la dicitura “Swiss Made”; secondo le leggi elvetiche, infatti, un orologio deve rispettare determinati criteri per esibire la dicitura in questione. Tra questi, è ad esempio richiesto l’uso di movimenti di orologeria prodotti in loco (lo smartwath di TAG Heuer usa un processore sviluppato da Intel).
Biver non è particolarmente preoccupato dell’impossibilità di usare l’etichetta “Swiss Made” spiegando che brand quali Omega, Rolex e Tag Heuer sono già di per sé percepiti come prodotti svizzeri. “Il vero rischio è quanto dovremo pagare Intel e Google”. A proposito di questi ultimi due, non è chiaro che tipo di accordi vi sia con le aziende statunitensi che già lavorano con altri marchi di orologi come Fossil, società che ha già dimostrato di essere agguerrita dal punto di vista dell’originalità e delle competenze. Anche di questo Biver non sembra essere preoccupato, spiegando che, similarmente a quanto avviene con i tradizionali orologi da polso, i cui meccanismi di movimento sono tutti prodotti dal gruppo ETA di Swatch, ogni brand saprà evidenziare suoi valori e puntare a specifici mercati di riferimento.
Un fattore di rischio per gli orologiai svizzeri potrebbe nascere dalle turbolenze dell’economia cinese e dalla svalutazione del franco svizzero. Ancora una volta Biver è ottimista, dice di non essere preoccupato e di “vedere le cose a lungo termine”. Afferma inoltre di accogliere con favore un contesto impegnativo o di “opposizione”, piuttosto che una situazione dove tutti crescono e dove alla fine solo i migliori rimarranno.
Nel settore c’è ad ogni modo molto fermento e i vari produttori di smartwatch puntano il tutto per tutto. La cinese Huawei ha ad esempio recentemente ingaggiato la Dott.ssa Sabine Seymour, docente di fashion e tecnologia nonché “futurologa della moda” per studiare come l’integrazione tecnologica trasformerà il nostro modo di vestire nei prossimi decenni.