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Arriva la Major League su Apple Tv e il sogno di Steve Jobs fa un passo in avanti

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Nei giorni scorsi, provando in anteprima i nuovi HomePod di seconda generazione, è riemerso chiaramente non solo il valore della musica e dei podcast della piattaforma di Apple, ma anche del setup che comprende la Apple Tv.

Il “piccolo hobby” dell’azienda a nostro avviso è qualcosa di più, perché sta portando avanti caratteristiche da set-top-box premium capace di prestazioni e flessibilità uniche sul mercato. Paragonare la nuova Apple Tv 4K a una chiavetta di Google o di Amazon è avvilente per la tecnologia e le funzioni comprese dentro il gioiellino nero di casa Apple, che è stato recentemente aggiornato.

 

Ad esempio, con AirPlay e l’Apple Tv 4K è possibile condividere video 4K dall’app Foto su iPhone o iPad alla Apple TV 4K, a piena risoluzione. Acquistando una Apple TV 4K si ha un anno di Apple TV+ gratis. Il dispositivo di Apple è il primo streaming player certificato sia Dolby Vision sia Dolby Atmos. Il Centro di Controllo ha un’interfaccia multiutente: ciascun membro della famiglia ha un suo profilo, così ognuno può trovare al volo i programmi che vuole e vedere il proprio elenco di titoli “In coda”, le raccolte personali di musica e video, o i suggerimenti mirati.

Arriva la Major League su Apple Tv e il sogno di Steve Jobs fa un passo in avanti

Inoltre, come scrivevamo, Apple Tv porta valore in molti altri modi di usare il televisore di casa: “Con Apple TV abbiamo un’estrema facilità e trasparenza nell’accesso ai contenuti e non solo quelli di di Apple Tv+ ma tutti. Basti pensare alla ‘integrazione degli account e al modo con cui le password vengono trasportate da un sistema all’altro attraverso iCloud oppure alla possibilità di vedere istantaneamente le proprie foto caricate sul telefono sulla TV. Non dimentichiamo la chiarezza con cui si presentano le applicazioni anche di terze parti, senza inutili fronzoli e pubblicità”.

Abbiamo però detto relativamente poco di quanta cura anche in Italia l’azienda stia mettendo nella trasmissione di programmi interessanti per tipi di pubblico diverso. Ad esempio, adesso è diventato MLS Season Pass. È così possibile guardare tutte le partite del Soccer (il Calcio USA)della MLS e della Leagues Cup, e centinaia di partite della MLS NEXT Pro e della MLS NEXT, tutte senza oscuramenti.

Come scrive Apple sul suo sito, “Per prepararsi alla stagione 2023 della Major League Soccer, si possono guardare tanti contenuti on-demand che celebrano l’energia, l’entusiasmo e lo spirito della MLS: contenuti dei club, profili dei giocatori del 2023, i momenti salienti della scorsa stagione, repliche complete delle partite più belle di tutti i tempi e brevi video in stile documentario”. MLS adesso è disponibile sulla Apple Tv in più di 100 paesi.

Il calcio in Europa, Italia compresa, non è poca cosa, così come basketball, football e baseball non lo sono negli Usa. Vuol dire entrare nel territorio che storicamente è sempre appartenuto ai grandi broadcaster terrestri o satellitari e che recentemente è stato rimesso in discussione con l’acquisizione dei diritti da parte dei servizi prima dei servizi di streaming e ora dei produttori come Apple.

Arriva la Major League su Apple Tv e il sogno di Steve Jobs fa un passo in avanti

La manovra portata avanti da Tim Cook è una classica tenaglia, un accerchiamento: da un lato i contenuti da produttore e streaming tradizionale, cioè le grandi produzioni di Tv+ come quelle di Netflix prima e poi anche Prime Video (Amazon) a cui adesso si sono aggiunti anche Disney+ e Paramount+ tra gli altri degni di nota. Dall’altro lo sport, storicamente una delle più grandi “calamite” per il grande pubblico: non a caso i cicli di ricambio dei televisori sono di solito legati agli eventi sportivi mondiali come le Olimpiadi, i mondiali di calcio e poco altro.

La strategia di Apple fa parte di una più generale trasformazione dell’azienda iniziata già con Steve Jobs, che volle togliere dalla ragione sociale di quella che allora si chiamava “Apple Computer Inc.” il termine “computer” per sottolineare che l’azienda già con iPhone e poi iPad (dopo il vecchio iPod) stava allargandosi verso altre direzioni, tra le quali gli accessori (Apple Tv ma anche AirPod e HomePod, ad esempio) e i servizi (iCloud, lo streaming Tv+ e via dicendo).

Apple sta continuando a crescere e la televisione per lei gioca una chiave essenziale perché mette centralità nella casa. Anche qui, con una manovra a tenaglia interessante: il televisore con Apple TV in salotto e poi gli HomePod mini e 2 nelle varie stanze, per creare una rete in cui servizi diversi si mescolano: audio, musica, podcast, interfono, Siri, domotica. Un mondo che sta prendendo forma sempre più rapidamente e nel quale probabilmente tra pochi mesi verrà aggiunto anche un visore per la realtà aumentata e virtuale, come abbiamo detto più volte.

Il posto in salotto della Apple Tv viene spesso sottovalutato, ma ci sono tanti scontri diversi a livelli diversi. Certo, non con Playstation e Xbox, ma certamente sì con Switch di Nintendo. I giochi di Apple Arcade non sono tanti e belli come quelli per la console ibrida di Nintendo, però ce ne sono di valore (Lego StarWars) e comunque si possono giocare sia sul televisore di casa che su iPad e iPhone oltre che su Mac, oltretutto con la sincronizzazione cloud di GameCenter.

Sono tante, moltissime cose che si mescolano e che portano molto valore all’interno dell’ecosistema nel quale, soprattutto negli Stati Uniti, moltissimi utenti si abbandonano completamente. In Italia la diffusione dei prodotti Apple è aneddoticamente più bassa e meno integrata verticalmente. La percezione del costo dei prodotti dell’azienda è legata non solo al valore percepito ma anche al costo della vita, al livello degli stipendi e al tasso di inflazione. Non sta a noi dirlo, ma non siamo messi bene. Nei vari Paesi europei cambia, ma è negli Usa che c’è la maggiore disponibilità di prodotti e servizi rispetto al costo della vita e al modello di spesa americana.

Il calcio comunque sta accadendo: Apple sta veramente sbarcando nel settore a più alta attrattività per gli utenti, generalmente maschi e disposti a spendere di più per la tecnologia (o, come si chiamano oggi, i “gadget”). E lo fa su un dispositivo che fa pensare: perché non comprare un monitor-tv o un televisore senza decoder e abbandonare definitivamente la bolgia della vecchia paleo-televisione? Il vantaggio, oltretutto, è che non si paga neanche il canone.

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