Giorgio Armani ha cominciato la sua attività fondando nel 1975 la sua società con i pochi soldi ricavati vendendo il suo pulmino Volkswagen. Adesso, dopo più di trent’anni, la sua fortuna personale è stata stimata da Fortune (nel 2006) pari a 4,1 miliardi di dollari mentre le sue attività sono sempre più differenziate. Hotel, taxi, ristoranti, nightclub e, da pochi giorni, anche un emporio su Second Life
“Finalmente potrò essere in due luoghi contemporaneamente”, ha dichiarato lo stilista, che segue la “moda” e cerca di capire che cosa succede nell’altra parte del mondo. Second Life da questo punto di vista è una delle più significative esperienze di advertising e promozione perché, a prescindere da quelli che possano essere i risultati “in loco” (virtuale), ci sono sempre i ritorni di immagine sulla stampa e gli altri mezzi di comunicazione tradizionali.
Dall’emporio su Second Life, dove si aggira anche un avatar dai capelli argentati come il Giorgio reale, sarà possibile acquistare abiti fatti dallo stilista apposta per vestire gli avatar più alla moda. Moneta utilizzata, ovviamente il Linden Dollar, cioè i soldi virtuali (acquistabili e convertibili con dollari americani veri) che vengono utilizzati come valuta dentro Second Life.
Oltre alla tecnologia virtuale Armani sta lavorando insieme alla coreana Samsung ad alcuni progetti di tecnologia più che tangibile, nell’ottica di estendere sempre di più il suo brand: telefoni cellulari e televisori ai cristalli liquidi che portano la sua griffe impressa sono in costruzione e chissà che prima o poi non si veda arrivare anche un computer.