Non c’è niente che Nvidia e ARM potrebbero fare insieme che non possiamo fare da soli: a sentenziarlo è Rene Haas, il nuovo amministratore delegato di ARM che in una recente intervista a BBC News ha così commentato la recente rinuncia da parte di Nvidia di acquisire la sua azienda, una decisione giunta dopo un lungo e difficile contesto normativo in cui persino Qualcomm ha espresso il suo parere contrario, ma dove c’erano soprattutto in ballo gli antitrust di buona parte del mondo.
Anche se Nvidia non ha portato a termine l’acquisizione, per la quale volteggiavano sopra la sua testa all’incirca 66 miliardi di dollari, «Rimarrà un cliente chiave per la nostra azienda», grazie soprattutto al contratto di licenza ventennale tra le due parti. Ma il ritorno all’indipendenza di ARM – dice Haas – consentirà di plasmare ancor meglio la strada da percorrere «Siamo molto entusiasti per il futuro, tanto più che non abbiamo un solo mercato finale».
Nel futuro di ARM, il suo CEO infatti vede la partecipazione principalmente in due mercati attualmente in forte ascesa, dove la domanda di semiconduttori è altrettanto elevata: quello del cloud computing e dell’automotive, le cui caratteristiche – assicura – sono analoghe a quelle del mercato degli smartphone.
«Entrambi infatti hanno bisogno di prestazioni di elaborazione sempre maggiori, ma anche di maggiore efficienza, sia che si tratti di un data center in cui può entrare in gioco una potenza limitata, sia che si abbia a che fare con un veicolo elettrico alimentato a batteria».
Ad ogni modo va comunque ricordato che il fatto che ARM non sia stata acquisita da Nvidia potrebbe essere un vantaggio per tutto il mercato, dal momento che la società concede in licenza gran parte della sua proprietà intellettuale, brevetti compresi, ad altre società. Tra queste come non citare ad esempio Apple, che utilizza la tecnologia di ARM nei suoi processori per iPhone, iPad e anche nei modelli Apple Silicon più potenti per Mac come M1 degli ultimi Mac.