Come da molti previsto fin dall’annuncio dell’operazione, l’acquisizione ARM da parte di Nvidia non procederà spedita come il colosso dei processori grafici prospettava: il Regno Unito annuncia l’avvio di una indagine per possibili problemi antitrust ma anche di sicurezza nazionale.
«È opportuno che consideriamo adeguatamente le implicazioni per la sicurezza nazionale di una transazione come questa» ha dichiarato il segretario per il digitale del Regno Unito Oliver Dowden. Nel suo comunicato stampa, riportato dal Wall Street Journal, il governo britannico osserva che ARM è un attore chiave nel mercato globale dei semiconduttori e che questi sono parte integrante dell’infrastruttura e della sicurezza nazionale del Regno Unito.
A questo si aggiungono timori per possibili violazioni antitrust. L’architettura dei processori ARM è impiegata nel 95% degli smartphone costruiti da diversi marchi, inclusi gli iPhone con processori personalizzati da Apple (ora anche nei Mac con Apple Silicon), ma anche tutti gli Android che funzionano con processori Qualcomm, Samsung, MediaTek. Agli smartphone si aggiungono processori basati su architettura ARM impiegati in una miriade di dispositivi di elettronica di consumo e non solo.
I timori antitrust riguardano possibili blocchi o limitazioni delle vendite delle licenze ARM ai concorrenti di Nvidia, tra cui spiccano Qualcomm, Intel e AMD, variazioni di prezzi e qualità per gli utenti finali e, per il Regno Unito, timori sul possibile trasferimento della sede di Cambridge negli USA.
Con l’avvio dell’indagine sull’acquisizione ARM di Nvidia da parte dell’ente antitrust CMA, Competition and Markets Authority, verrà redatto un report che investigherà sulle implicazioni dell’accordo che deve essere presentato entro la mezzanotte del 30 luglio. Il risultato finale può essere di due tipi: l’accordo sarà approvato a patto che vengano rispettate alcune condizioni e limitazioni, oppure verrà ordinata una seconda indagine di approfondimento.
«Non crediamo che questa transazione ponga problemi di sicurezza nazionale sostanziali» ha dichiarato un portavoce di Nvidia, precisando «Continueremo a lavorare a stretto contatto con le autorità britanniche, come abbiamo fatto dopo l’annuncio di questo accordo». Ricordiamo che il Ceo di Nvidia Jensen Huang aveva anticipato subito che l’intenzione della società era quella di conservare l’indipendenza di ARM, mantenere la proprietà intellettuale e la sede in Regno Unito. Ciò nonostante a questo punto appaiono più probabili interventi e indagini sull’operazione anche da parte delle autorità di regolamentazione in Unione Europea e negli USA.
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