In occasione del Computex di Taiwan, ARM ha presentato la nuova architettura per CPU Arm Cortex-A77, alla base di futuri processori per smartphone di alta gamma. Si tratta dell’evoluzione della architettura per processori mobile impiegata sia da Cupertino per i processori Apple Ax che dai costruttori di CPU per terminali Android.
Arm Cortex-A77 promette funzionalità avanzate con Machine Learing (ML), Realtà Virtuale e Realtà Aumentata grazie a migliorie nell’ordine del 20% in termini di performance IPC (istruzioni per ciclo/clock). Combinando ottimizzazioni hardware e software, riferisce ARM, con le ultime due generazioni di processori Cortex-A7x (Cortex-A76 e Cortex-A77), è stato possibile ottenere miglioramenti 35x per le performance ML.
La nuova CPU Cortex-A77 è indicata come la base di una continua ricerca per migliorare le prestazioni e garantire la massima efficienza della categoria, permettendo di ottenere con gli smartphone una potenza paragonabile a quella di molti notebook mainstream.
Il sito AnandTech come al solito offre un’analisi tecnica approfondita, evidenziando che il Cortex-A77 dovrebbe essere più veloce del SoC A11 di Apple. Cupertino sfrutta altri progetti della linea di processori basata sull’architettura ARM e sue ottimizzazioni hanno permesso alla Mela di essere sempre avanti rispetto alla concorrenza.
Gli smartphone con processori basati su ARM Cortex-A77 arriveranno ad ogni modo dopo l’A13 di Apple e quest’ultima ovviamente è da tempo al lavoro su nuovi SoC. Finora è riuscita sempre a ottenere risultati sbalorditivi, non deludendo mai, anno dopo anno.
Per quanto riguarda la GPU, ARM ha presentato Mali-G77 con architettura Valhall che a suo dire offre migliorie di circa il 40% rispetto ai dispositivi odierni con la Mali-G76. La nuova GPU vanta inoltre ottimizzazioni a livello di microarchitettura relative a texture pipe e cache di load store, caratteristiche tecniche che si dovrebbero tradurre in miglioramenti del 30% per quanto riguarda l’efficienza energetica e del 30% per quanto riguarda la densità prestazionale.