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Arm compra una quota di Raspberry Pi per contrastare RISC-V

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Il mondo dei piccoli si organizza: Arm, l’azienda che progetta i processori più “caldi” del momento (sua l’architettura alla base di Apple Silicon ma anche dei processori Qualcomm per Android e per PC Windows) ha annunciato che ha effettuato un piccolo investimento strategico in Raspberry Pi.

L’azienda britannica produce i piccoli computer da hobbisti basati su Linux e sta diventando sempre più interessante sul mercato grazie anche alla nuova generazione di Raspberry Pi 5 di cui abbiamo parlato qui.

La quota strategica

Per quanto riguarda Arm, secondo quando dichiarato da Paul Williamson, vicepresidente senior e general manager dell’area Internet of Things, “Arm e Raspberry Pi condividono la visione di rendere l’informatica accessibile a tutti, abbassando le barriere all’innovazione in modo che chiunque, ovunque, possa imparare, sperimentare e creare nuove soluzioni IoT”.

Arm acquisisce una quota di minoranza in Raspberry Pi

Questo è il motivo per cui Arm estende la sua partecipazione di minoranza e la partnership a lungo termine con Raspberry Pi, che ha visto le CPU Arm presenti in tutti i SoC Raspberry Pi e Raspberry Pi Pico prodotti sinora. La collaborazione è iniziata molto prima che il Raspberry Pi fosse disponibile per la vendita, nel 2008, quando la scheda originale era ancora solo un progetto teorico.

Se vediamo oggi cosa è successo, il quadro è profondamente cambiato. Nel 2023 abbiamo una generazione di studenti che ha mosso i primi passi nel coding, nella scienza e nell’elettronica grazie a Raspberry Pi.

Le schede RPi, soprattutto prima della pandemia che ha generato problemi nella catena di approvvigionamento e quindi una riduzione dei volumi e un aumento dei prezzi, sono infatti diventate la base con la quale studiare, sperimentare e lavorare nelle scuole e a casa per milioni di persone, soprattutto giovani e giovanissimi.

ARM vuole Android solo 64 bit, iPhone lo è dal 2017

Secondo Eben Upton, CEO di Raspberry Pi, “La tecnologia Arm è sempre stata al centro delle piattaforme che creiamo, e questo investimento è un’importante pietra miliare nella nostra partnership di lunga data”.

“L’utilizzo della tecnologia Arm come base dei nostri prodotti attuali e futuri ci offre l’accesso a prestazioni notevoli di calcolo, all’efficienza energetica e all’ampio ecosistema software di cui abbiamo bisogno, mentre continuiamo a rimuovere le barriere all’ingresso per tutti, dagli studenti e dagli appassionati, agli sviluppatori professionisti che implementano sistemi IoT commerciali su piccola scala”.

La rivoluzione del RPi

La piccola azienda britannica non produce solo schede per hobbisti, ma anche una tastiera con dentro il computer (Raspberry Pi 400), che si collega via HDMI a un qualsiasi monitor e mouse, permettendo di avere un computer che ricorda concettualmente gli home computer degli anni Ottanta come il Commodore 64 o l’Apple II (la tastiera è disponibile anche con layout italiano).

Il suo è un tentativo di offrire un set completo di soluzioni al mondo della formazione e a chi vuole avere un uso intelligente e “compatto” dell’informatica, a prezzi molto più bassi, con l’apertura di Linux.

La gamma di computer a scheda singola Raspberry Pi è cresciuta in potenza da quando è stata rilasciata la scheda iniziale del 2012 con una CPU Arm single-core a 700 MHz. Il recente Raspberry Pi 5 è basato su una CPU Arm Cortex-A76 a 64 bit che funziona a 2,4 GHz, con prestazioni di circa 2-3 volte superiori rispetto al Raspberry Pi 4.

Arm compra una quota di Raspberry Pi per contrastare RISC-V

Arm e Raspberry Pi, una assicurazione per il futuro

La mossa di Arm ha anche un altro significato. Come sanno bene tutti i produttori di microchip, è fondamentale controllare tutte le parti del mercato, e cercare di chiudere la strada per quanto possibile ai nuovi arrivati.

Arm si trova in una situazione simile: Raspberry Pi è una azienda che fa educazione ed è in qualche modo un precursore del mercato. I giovani che imparano a usare quella architettura domani saranno i programmatori che faranno scelte strategiche sul mercato.

Per questo la partecipazione di minoranza di Arm in Raspberry Pi dimostra anche il fermo impegno a mantenere le CPU Arm nei futuri Raspberry Pi. Con l’aumento delle CPU RISC-V in dispositivi che costano 9 dollari fino a sistemi complessi da centinaia di dollari, è chiaro che la mossa di Arm mira a fare in modo che non ci sia un Raspberry Pi basato su RISC-V nel prossimo futuro.

Raspberry Pi 5 purtroppo non arriverà nel 2023

Ovverosia, nelle parole di Paul Williamson: “Con la rapida crescita delle applicazioni di intelligenza artificiale per l’edge compunting e gli endpoint, piattaforme come quelle di Raspberry Pi, costruite su Arm, sono fondamentali per guidare l’adozione di dispositivi IoT ad alte prestazioni a livello globale, consentendo agli sviluppatori di innovare più velocemente e più facilmente.

“Questo investimento strategico è un’ulteriore prova del nostro continuo impegno nei confronti della comunità degli sviluppatori e della nostra partnership con Raspberry Pi”.

Google sta preparando Android per processori RISC-V.

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