ARM sposta sempre più in alto l’asticella della sfida ad Intel portandola anche nel campo dei server. Lo strumento dell’ambizioso traguardo è la nuova architettura Cortex-A15, nome in codice Eagle, di cui ieri nel tardo pomeriggio americano sono state illustrate alcune caratteristiche.
L’elemento fondamentale di Eagle saranno velocità fino a 5 volte superiori rispetto agli attuali Cortex A8 (ovvero della stessa architettura utilizzata nel processore Apple A4 di iPad e iPhone 4) 4 core di calcolo e una frequenza di 2,5GHz. Nelle versioni sempre dual o quad core ma con frequenze comprese tra 1GHz e 2GHz le CPU saranno utili al mondo degli smartphone, dei netbook, tablet e nettop in pratica sistemi dove oggi Intel con i suoi Atom scommette molte carte .
La nuova architettura sembra una evoluzione diretta di Cortex A9 (che ancora deve arrivare sul mercato) con l’introduzione di miglioramenti e specifiche hardware che mirano a incrementare le prestazioni, sempre mantenendo però contenuti i consumi di energia. Ogni core di Cortex A15 disporrà di una memoria cache L1 privata e di una memoria L2 condivisa con gli altri nuclei di calcolo: quest’ultima potrà arrivare fino a 4MB ma le dimensioni di L1 e L2, così come il numero dei core e la frequenza dipenderanno dalle varie progettazioni e campi di impiego. Eagle offrirà funzioni di elaborazione avanzate per rendere possibile la virtualizzazione e l’elaborazione delle istruzioni SIMD, cioè l’applicazione di una singola istruzione su più dati in contemporanea.
La virtualizzazione sui processori ARM è un’ulteriore arma per sfidare Intel. Creando un cluster di macchine basate su ARM su cui poggiare un sistema di virtualizzazione, potrebbe significare la possibilità di far girare sistemi operativi server (anche creati per piattaforme X86), ridistribuire le risorse hardware modulando i processi senza necessità di acquistare macchine che lavorano solo in alcune occasioni, creare CPU virtuali, insomma fare tutto quel che succede negli ambienti virtualizzati ma con consumi di molto inferiori a quelli attuali e un risparmio di spazio visto che saranno necessari sistemi di raffreddamento meno ingombranti.
La virtualizzazione sarà utile anche nel mondo mobile. Un telefono virtualizzato potrà eseguire più sistemi operativi, creando di fatto due cellulari o due tablet differenti all’interno dello stesso hardware. Un sistema completamente separato uno dall’altro, significa che contatti e applicazioni per il lavoro potranno essere resi irraggiungibili da qualunque malware o malfunzionamento determinato da applicazioni per il tempo libero e, in pratica, sarà possibile usare lo stesso telefono per la propria professione e per la vita personale senza correre alcun rischio e con configurazioni completamente differenziate.
Tra i primi costruttori che già si sono assicurati la licenza ARM per costruire processori Cortex A15 ricordiamo Texas Instruments, Samsung e ST-Ericsson che hanno collaborato allo sviluppo del progetto. Samsung, lo ricordiamo, è molto probabilmente il partner cui Apple ha affidato il compito di ingegnerizzare e produrre il suo A4, un chip basato su tecnologia ARM e fondato sugli elementi fondanti di Hummingbird, un processore sviluppato dalla società Coreana.