Un insoddisfatto cliente Apple sta cercando di avviare una nuova class action contro la società sostenendo che i dispositivi sostitutivi ricevuti attraverso il programma AppleCare+ non erano “pari al nuovo” seppur l’azienda, stando alle politiche del servizio, li presenti come tali. Nello specifico Joanne McRight, questo il nome della donna texana che ha ricevuto più volte un iPhone 5 in sostituzione dopo aver rotto lo schermo del proprio, sostiene che Apple fornisce dispositivi ricondizionati come sostituti, violando di fatto il contratto di AppleCare+.
Basta però leggere la sola pagina pubblicitaria del servizio disponibile sul sito ufficiale per rendersi conto che difficilmente la donna vincerà la guerra. Nel punto 3 si legge infatti chiaramente che “Il dispositivo sostitutivo fornito da Apple nell’ambito dell’intervento di riparazione o sostituzione può essere nuovo o equivalente al nuovo per funzionalità e affidabilità”, un termine sufficientemente vago che in realtà non esclude la possibilità di ricevere un dispositivo ricondizionato e non garantisce che i dispositivi sostitutivi siano completamente nuovi. Se non altro, è chiaro che Apple usa di proposito un linguaggio che le permette di fornire unità ricondizionate per questo scopo, come confermato d’altronde nella pagina dei ricondizionati Apple dove si legge in chiaro che “prima di mettere in vendita a un prezzo speciale Mac, iPod, iPad o Apple TV ricondizionati, li sottoponiamo a un severo processo di ricondizionamento per garantirne la conformità ai rigorosi standard di qualità Apple. Inoltre li offriamo con la nostra garanzia limitata di un anno e la possibilità di acquistare uno dei relativi prodotti AppleCare”.
McRight insiste sul fatto che l’accordo non consente ad Apple di usare dispositivi totalmente ricondizionati, ma solo “parti” ricondizionate, inoltre si ritiene insoddisfatta della qualità dei dispositivi ricevuti in sostituzione, definita in entrambe le occasioni “inferiore”.