Apple potrebbe battere tutti i record di vendite del trimestre di giugno. Questa la conclusione cui è giunto Gene Munster, un analista di Piper Jaffray, che elabora la sua tesi basandosi sui dati raccolti per il solo mercato americano (che pesa per il 40% delle vendite) da NPD nel mese di giugno. Usando le informazioni della società di ricerca di mercato, che fissa per lo scorso mese un incremento delle vendite rispetto allo stesso mese dell’anno passato pari al 16% per quanto riguarda le unità , e parametrando lo stesso sui dati storici di aprile e maggio, Munster ritiene che Apple possa avere raggiunto i 2,6 milioni di Mac venduti. In precedenza Apple ha avuto un record per il trimestre di giugno di 2,496 milioni di Mac.
Se i calcoli di Munster dovessero dimostrarsi esatti sarebbe in pericolo anche il record storico di Mac venduti che è stato di 2,611 milioni ed è dello scorso mese di settembre. Ricordiamo che Wall Street stima vendite pari a 2,45 milioni di Mac; Apple ha fissato una previsione tra i 2,3 e i 2,5 milioni di computer.
Per quanto riguarda il fatturato gli analisti si attendono una cifra tra i 7,88 e gli 8,48 miliardi di dollari con profitti tra gli 1,02 e gli 1,31 dollari per azione. Apple da parte sua, prudentemente come al solito, stima tra i 7,7 e i 7,9 miliardi di dollari il fatturato e i profitti tra 95 centesimi e un dollaro.
Molti occhi saranno puntati proprio sui profitti. Apple ha infatti apportato importanti tagli al costo dei suoi portatili nel corso del mese di giugno e gli analisti e gli investitori vorranno toccare con mano quanto questo ha inciso sui margini. Tra gli elementi da mettere in conto anche gli sconti praticati agli studenti che, anche grazie all’offerta che dà sostanzialmente un iPod touch gratis, potrebbero avere deviato acquisti dal canale tradizionale e limato anche i profitti derivanti dalle vendite degli stessi iPod. Infine potrebbe avere inciso anche la riduzione dei prezzi delle componenti scese sì, come ci si attendeva in conseguenza della crisi economica, ma non al pari di quanto stimato.
Alcuni osservatori del mercato ritengono, però, che le vendite di iPhone, molto elevate (Munster pensa addirittura a 5 milioni di pezzi in meno di 20 giorni) possano avere mitigato l’effetto della riduzione dei prezzi medi dei portatili. Su iPhone Apple ha infatti margini molto più alti di quelli su cui conta nel campo dei laptop e dei desktop. Apple da parte sua stima i margini lordi intorno al 33%, Wall Street pensa che possano essere del 34/35%, l’ultimo trimestre erano stati del 36,4%. Ricordiamo che i margini di guadagno sono un fattore molto importante nei bilanci trimestrali di un’azienda perché essi dicono esplicitamente quale sia la capacità di fare denaro e di imporre i suoi prodotti sul mercato. Apple nel campo informatico e in particolare nel settore hardware è da tempo immemorabile un leader assoluto con i margini più alti (di tre se non quattro volte) quelli della concorrenza.
Per quanto riguarda iPod, sempre secondo gli analisti, continuerebbe la strategia di sganciamento dal settore dei player tradizionali. Sposando l’attenzione sui dispositivi touch Apple spunterebbe una riduzione o se non altro uno stallo delle vendite (tra i 9,5 e gli 11 milioni i pezzi previsti a seconda delle stime) ma potrebbe avere aumentato il fatturato e il profitto.
Tutti questi dati saranno messi alla prova nel corso della presentazione del bilancio trimestrale prevista per domani sera alle 23, ora italiana. L’evento, secondo alcune voci, potrebbe anche essere segnato dalla prima apparizione pubblica di Steve Jobs dopo l’operazione di trapianto del fegato avvenuta nelle scorse settimane. Normalmente il Ceo non partecipa alla relazione che ha le caratteristiche meramente tecniche, ma in alcune occasioni è accaduto che fosse proprio lui, con Tim Cook e Peter Oppenheimer, a fornire informazioni sull’andamento delle vendite di Cupertino. L’ultima volta non è neppure troppo distante e risale allo scorso mese di ottobre, proprio mentre ci si addentrava nel momento più difficile della crisi e intorno allo stato di salute del Ceo turbinavano le voci più pessimistiche possibili.