Sono i mercati internazionali a tirare il trimestre fiscale di Cupertino per quanto riguarda i computer. Questo quanto si deduce dai documenti che accompagnano la presentazione dei risultati dei 90 giorni di Natale.
Scorrendo le informazioni balzano immediatamente all’occhio la crescita in termini percentuale sia in unità vendute che in fatturato conseguiti in Europa e Giappone. Il vecchio continente ha un +44% anno su anno sia in fatturato che unità vendute, il Giappone, fino al precedente trimestre uno dei punti dolenti del mercato, registra rispettivamente un +40% e un +30%. Anche il resto del mondo dà soddisfazioni a Cupertino, facendo registrare un +53% in fatturato e un +59% in unità vendute.
L’interesse dei mercati internazionali per quanto concerne i computer viene confermato anche nei confronti con il trimestre di settembre che era già stato comunque molto interessante. L’Europa è cresciuta addirittura dell’85% in termini di fatturato (del 41% per le unità ) e il Giappone del 57% in fatturato (e del 26% in unità ).
Se si sommano Europa e Giappone il numero di unità vendute arriva ad avvicinare moltissimo il mercato americano (esclusi i negozi che vengono classificati separatamente), il che rappresenta una novità interessante. Negli Usa Apple ha infatti venduto 841mila Mac, tra Europa e Giappone il numero dei Mac venduti è stato di 796 unità . Complessivamente i mercati internazionali sono al 45% del totale delle vendite, una soglia mai raggiunta in precedenza.
Un secondo dato interessante registrato dal bilancio è il confronto tra portatili e desktop. I computer da casa tornano a guadagnare terreno, molto probabilmente per i buoni risultati di iMac. Il fatturato dei desktop è cresciuto anno su anno del 59%, quello dei portatili del 40%; le unità dei computer da tavolo sono aumentate dal 53%, quelle dei laptop del 38%. Nei dati trimestre su trimestre si può trovare una traccia di un certo invecchiamento della gamma dei portatili; nonostante il trimestre di Natale (di solito ricco di vedite) il fatturato dei portatili è aumentato solo del 7% e le unità fanno segnare un pareggio. I desktop fanno segnare un +20% in unità e un +27% in fatturato.
Passando all’iPod l’elemento di maggior interesse è il rallentamento della crescita. Apple ha guadagnato anno su anno il 5% in termini di unità vendute, dieci volte meno dello scorso anno (+50%). La frenata era prevedibile sia perché il business dei lettori di musica digitale è in frenata (diversi produttori secondo gli analisti avrebbero addirittura avuto un segno meno) sia perché Apple sembra sia impegnata in un lento ma progressivo disimpegno dall’ambito dei lettori di musica digitale “puri”, puntando su hardware multifunzione, come gli iPhone o gli iPod Touch. Il mercato di iPod, in ogni caso, continua a generare un fatturato superiore a quello dei computer: 3997 milioni di dollari contro 3552 milioni di computer. Anche il fatturato degli iPod tiene, visto che la crescita è del 17%, merito soprattutto del gran numero di iPod Touch, il più costoso degli iPod, venduti.
Interessante anche la crescita del 147% di “Other Music Related Products and Services” che altro non sarebbe, in gran parte, il fatturato generato da iTunes Music Store. Segno che la concorrenza di altre realtà (come Amazon) almeno nell’ultimo trimestre dell’anno non ha prodotto enormi problemi.
Per quanto riguarda gli iPhone spicca il +104% in fatturato e il +107% in unità vendute (merito certamente anche del lancio in Europa); ricordiamo che nel fatturato sono inclusi anche i profitti che derivano ad Apple dagli accordi con i gestori di telefonia mobile.
Infine il business del software. Apple in questo campo fa segnare un +81% rispetto allo scorso anno, merito del lancio di Leopard che ha generato nel trimestre, ha detto Oppenheimer, ben 170 milioni di dollari.