La ragione del mancato ribasso di Apple Tv in Italia e in Europa non è dovuto a differenti strategie sul prezzo ma al fatto che negli Usa, Cupertino finanzia il dispositivo con l’affitto dei film. L’interessante ipotesi che la Mela stia perseguendo negli Stati Uniti una strategia del tutto simile a quella che i gestori di telefonia seguono con i cellulari a prezzo scontato, è di Seth Weintraub, un editorialista di Computerworld.
Il punto di partenza da cui Weintraub elabora la sua ipotesi è proprio il ribasso di ben 70 dollari applicato ad Apple Tv negli Usa, ribasso che non è stato introdotto in nessun altro paese del mondo. “Si tratta di una mossa che non si spiega altrimenti che con una sovvenzione – dice Weintraub – che giunge dalle vendite dei film. La Apple Tv d’altra parte ha già margini di profitto molto bassi, davvero inusuali per il mercato di Apple”.
La conferma che il margine di Apple Tv è ridotto, almeno per gli standard della Mela, giunge da iSuppli secondo cui esso va dal 10 al 30%, a seconda del modello e questo solo valutando il prezzo dei materiali. In termini pratici Apple, considerando i costi di assemblaggio, imballo, commercializzazione e quelli di sviluppo, il media extender negli Usa viene venduto al prezzo di costo, se no al di sotto di esso.
La ragione per cui solo oggi Apple è partita con questa strategia sarebbe, secondo l’editorialista, nell’indipendenza che Apple Tv ha raggiunto con il nuovo software; grazie all’update (in arrivo nei prossimi giorni) il dispositivo è in grado di operare anche indipendentemente dal computer e questo permetterà di misurare con precisione le vendite prodotte attraverso di esso.
La sovvenzione ad Apple Tv sarebbe anche la ragione dei costi non particolarmente competitivi (sul piano del prezzo ma soprattutto della durata nel tempo in rapporto al costo) con quelli di altri servizi di affitto di film on line. In ogni caso Apple, come fa notare Weintraub, con questa strategia volta ad incentivare l’acquisto dello strumento per l’affitto dei film, potrebbe facilmente recuperare il taglio del prezzo di listino. Ammesso che per ogni film un dollaro viene destinato a sovvenzionare la Apple Tv, basterebbero una settantina di film per rientrare della riduzione di prezzo.
Se Weintraub avesse ragione la strategia di Apple Tv mutuerebbe, almeno parzialmente, quella stabilita per iPhone. Nel caso del telefono (per il quale però non pare si possa parlare di vera e propria sovvenzione), il cellulare serve a spingere gli abbonamenti da cui Apple ricava, attraverso accordi con i gestori, un profitto per il servizio; Apple Tv spinge, invece, l’affitto dei film da cui la Mela ricava una percentuale.
Alla luce di quanto esposto, come accennato in apertura, si spiegherebbe perché in Europa la Apple Tv è rimasta fissa a 299 euro (per la versione da 40 GB), lo stesso prezzo del momento del lancio; i vertici dell’azienda per ora non hanno fornito alcuna spiegazione su questa scelta, né fatto alcun cenno in materia. I manager di Apple, interpellati da Macity durante la presentazione dei prodotti di San Francisco tenutasi a Milano, hanno evitato ogni commento