Apple perde quota nella
classifica di Greenpeace per una elettronica verde. L’azienda della Mela, storicamente nel mirino dell’associazione ambientalista, scende nel punteggio da 6,7 a 4,1 punti attribuiti. Il peggioramento della valutazione, almeno in parte, è frutto di un sistema di attribuzione dei punti più stringente che ha eroso il giudizio di praticamente tutte le aziende incluse nella graduatoria.
Ad esempio viene ora attribuita rilevanza ai progetti aziendali per la riduzione dei gas serra, piani che poche aziende hanno in essere o che non tutte hanno dichiarato. Viene tenuta in considerazione la strategia per la riduzione dei consumi e la percentuale di energia rinnovabile usata per i processi produttivi. Il risultato è che ora al vertice si trovano Sony Ericsson e Sony con 5,1 punti, uniche due società sopra quota 5 (su 10 punti disponibili) quando invece nella precedente edizione chi era in testa (Toshiba e Samsung) avevano 7,7 punti.
Apple coglie 4,1 punti e si piazzza all’undicesimo posto (dietro a Nokia, Samsung, Dell Toshiba e Acer, Panasonic, Motorola e HP) . Alla Mela viene riconosciuto lo sforzo di riduzione dei prodotti tossici nei suoi prodotti e un politica efficiente per la efficienza energetica in rapporto allo standard Energy Stgar 4.0, ma la società americana continua a latitare nella gestione del riciclaggio e in tutti gli ambiti di riduzione dei consumi.