iPhone SDK Agreement è il contratto di Apple cui gli sviluppatori devono sottostare se desiderano sviluppare e commercializzare programmi per iPhone.
All’interno del documento una piccola clausola che si trova a pagina 5, primo paragrafo in alto, sembrerebbe proibire lo sviluppo di qualsiasi tipo di applicazione in grado di offrire la navigazione in tempo reale.
Sempre nello stesso paragrafo Apple proibisce lo sviluppo di controlli autonomi o automatici per veicoli, aeromobili e altri dispositivi meccanici, così come la gestione delle flotte. Infine, e questo e forse il dettaglio più sorprendente, viene esclusa persino la possibilità di sviluppare soluzioni di localizzazione per le emergenze e il salvataggio.
In pratica i veti imposti da Apple all’interno della SDK sembrerebbero proibire lo sviluppo di applicativi legati alla navigazione assistita e per tutte quelle funzioni che siamo ormai abituati a trovare nelle soluzioni di TomTom, Garmin e tutti gli altri marchi più famosi nel mondo della navigazione GPS.
Ricordiamo che subito dopo il keynote di Jobs, un dirigente TomTom ha annunciato che una versione del programma è già disponibile e funzionante per il nuovo iPhone, anche se al momento non esiste ancora un comunicato ufficiale che ne specifichi caratteristiche, prezzi e disponibilità .
Alla luce di quanto scoperto poche ore fa all’interno della iPhone SDK Agreement, sembra probabile che Apple possa impedire a TomTom e a chiunque altro di sviluppare una soluzione GPS completa di guida svolta a svolta per il nuovo iPhone.
Anche se è ancora presto per giungere alle conclusioni, un veto di questo tipo risulta giustificabile sole se Cupertino avesse in programma lo sviluppo di una applicazione interna per questo tipo di applicazioni.
Questa è la conclusione riportata dalla maggior parte dei siti Internet su cui la notizia sta comparendo, tra cui ricordiamo Boingboing: proprio un lettore di questo sito ha scoperto l’esistenza della clausola nella SDK Agreement.
Secondo chi scrive risulta poco plausibile anche questa motivazione, infatti così facendo, Apple rischierebbe, almeno questa è l’opione di chi scrive, di sollevare le attenzioni della commissione anti-trust. Difficilmente un mercato che si prefigge la libertà di concorrenza potrebbe tollerare una clausola che impedisce lo sviluppo di applicazioni di terze parti per una determinata piattaforma.