Ha un che di straordinario l’enfasi con cui Jonhathan Ive ha presentato ieri sul palco di Cupertino e con cui illustra in un suggestivo filmato che potete consultare su questa pagina la procedura di lavorazione dell'”Unibody”, la lastra di alluminio massiccio in cui viene scavata la forma superiore e laterale dei nuovi MacBook, Pro e Air.
L’esaltazione delle capacità “meccaniche” di un prodotto di alta tecnologia come un computer che si pensa di solito dover dipendere più che altro da componenti elettroniche è una novità assoluta e ci fa intuire la quantità e la qualità risorse finanziarie e umane che Apple dedica agli aspetti della funzionalità e del design delle proprie macchine.
I portatili sono di per se oggetti che devono coniugare leggerezza e robustezza ancor più oggi che vengono utilizzati per decine di ore al giorno in qualsiasi condizione di stress.
Ed ecco che nello scorrere delle immagini vediamo estrarre dal blocco di alluminio come seguendo il progetto di un Michelangelo del 21 secolo, la forma, le forature, i perni su cui si avviteranno le poche altre parti del computer.
L’obiettivo è sicuramente la rigidezza torsionale resa ancora più necessaria dal fatto che deve proteggere dalla deformazione anche il grande vetro montato su una cornice nera che protegge il monitor.
Ma altri particolari possono sfuggire seguendo il filmato; come quello dell’assenza di un foro sul frontale che permetta l’inserimento del led di stop: il trucco c’e’ ma non si vede, o meglio, il led c’e’ ma appare solo a computer con schermo abbassato perche’ scompare dietro la sottile lama di alluminio “non scavato” che fa trasparire il led dietro il metallo.
L’altro particolare è la foratura della spessa area che deve lasciare trasparire il suono ai lati della tastiera sul MacBook Pro: ma qui non si può ricorrere a macchine foratrici robotizzate visto che il diametro dei fori è ridottissimo e che i fori da praticare sono oltre 4.000. Apple richiede allora la progettazione di un laser industriale in grado di praticarli in meno di un minuto e ridurre i tempi di preparazione dell’Unibody.
Alla fine Il lastrone monolitico prende la forma su cui molti di noi sono abituati a poggiare i polsi e si accompagna all’altro materiale che ormai Ive ha sposato anche per il più mobile dei dispositivi Apple, l’iPhone.
In vetro è quindi anche la trackpad per permettere lo scorrere delle dita, i movimenti veloci e persino il click in qualunque area della superficie lucida abbiamo deciso di collocare un pulsante. Ora sulla trackpad si agisce con 2, 3, 4 dita insieme percorrendo la poca strada che sarebbe moltiplicata nell’uso di un eventuale touch screen.
Infine l’altro elemento in vetro: la grande lastra sottile che protegge il display e lo rende più luminoso, vivido e contrastato: forse una maledizione per i grafici che odiano i rlflessi ma se la qualità delle immagini sarà all’altezza di quelle degli iMac da 24 pollici ci sarà semplicemente da rimanere senza fiato di fronte ad un prodotto oggettivamente bello ed emozionante come lo sono state tante creature di Ive in questi anni.
Alluminio scolpito, vetro lucido: siamo di fronte a delle piccole opere d’arte che possiamo portare nel nostro zaino e riempire con le nostre foto, le parole che vogliamo trasmettere, i progetti che abbiamo in mente e che vogliamo tradurre in solida realtà .
La comunicazione è stupire, affascinare, rendersi unici e Ive ancora una volta, nella ricerca dell’essenzialità , della semplificazione riesce a rielaborare una forma sostanzialmente già nota come quella del MacBook nella pietra angolare di una nuova generazione di portatili su cui il riflettore rimarrà puntato a lungo.