La campagna che, a suon di taglie, Valleyvag Magazine ha lanciato per avere notizie, foto, mail, prove certe del tablet Apple, sembra avere avuto almeno un parziale successo: la conferma dell’esistenza di un progetto per un dispositivo che si può configurare come un tablet. Insospettabile la fonte: Apple stessa. La società di Cupertino ha fornito quella che agli occhi di molti appare come un vera e propria certificazione sull’autenticità delle voci che la vogliono impegnata nella creazione del nuovo prodotto con una lettera con la quale Michael Spillner legale della prestigioso studio legale Orrick, Herrington & Sutcliffe di Menlo Park, chiede di cessare immediatamente l’iniziativa.
Il tono severo della leggera di Spillner sembra, all’apparenza, non lasciare molti dubbi né sulla serietà con cui Apple ha preso l’iniziativa (che in realtà ai più era apparsa come una sorta di provocazione), né sulla decisione con cui intende portare avanti la sua azione legale. “La vostra iniziativa denominata “Scavenger Hunt” (letteralmente caccia all’avvoltoio, ma anche secondo il modo di dire americano caccia al tesoro NDR) – si legge nella missiva pubblicata per intero sul sito di Gawker Media che edita Valleyvag Magazine – supera i limiti della legge offrendo una taglia per il furto di segreti industriali di Apple. Questa offerta è illegale ed Apple pretende che sia immediatamente sospesa. Chiunque avesse accesso alle informazioni che richiedete – continua Spillner – sarebbe sotto i più stretti obblighi contrattuali per quanto riguarda la confidenzialità delle informazioni. Gawker Media e i suoi dipendenti che si stanno occupando della campagna denominata “Scavenger Hunt” stanno spingendo alla appropriazione illecita di segreti industriali. Per questo – chiude l’avvocato di Apple – chiediamo che Gawker Media cessi immediatamente l’iniziativa e richiediamo che a front di qualunque informazione che contenga materiali confidenziali, Apple sia immediatamente informata senza che le informazioni siano pubblicate o diffuse in alcun modo”.
Chi non riuscisse a collegare le due cose, la conferma dell’esistenza di un progetto Tablet e la lettera di Michael Spillner, dovrebbe far correre un po’ indietro la memoria. In passato Apple non è mai intervenuta con il suo poderoso spiegamento di legali quando non ha avuto la necessità di farlo. Mai Cupertino ha chiesto di eliminare dal Web foto di prototipi falsi, rendering immaginifici, finte foto di prodotti in costruzione o schermate di software non ancora rilasciato. Quando è intervenuta è stato perché aveva motivo di ritenere in pericolo i suoi segreti industriali e in molti ritengono che l’azione dell’avvocato di Cupertino sia indirizzata proprio a proteggere qualche cosa che esiste e che qualcuno potrebbe avere la tentazione di svelare anche solo in parte, sollecitato dal denaro offerto da Valleywag Magazine.
Che la lettera certifichi l’esistenza di un progetto che si avvicina a come il mercato immagina il tablet sembra, in effetti, piuttosto probabile e questo è quel che al momento ritiene la maggior parte degli osservatori. Chi la pensa diversamente sottolinea come l’azione di Apple sia semplicemente preventiva e indirizzata in maniera da impedire che in futuro possano ripetersi simili campagne. Colpirne uno per parlare a cento, si potrebbe dire parafrasando un modo di dire, là dove Valleywag sarebbe l’uno da colpire e i cento a cui parlare tutti quei media, magari con disponibilità economica molto più grande di Gawker Media, che potrebbero essere tentati di lanciare simili campagne acquisti di rumors.
Comunque sia, da parte sua, la testata on line non pare essere molto preoccupata, anzi ha ancora lo spirito per assegnare un pacco premio “ad honorem” (un DVD della Rivincita delle Bionde 2, una card per Zune Marketplace del valore di 25$ e un set di coltelli da bistecca) a Michael Spillner per avere offerto una prova dell’esistenza del tablet confermando che la campagna “Caccia all’avvoltoio” (è il caso di dirlo…) continua. Unica ammonizione: tenere in considerazione che Apple ha molti buoni avvocati come Michael Spillner e quindi chi vuole partecipare al “concorso” deve “stare nei limiti della legge e usate un indirizzo anonimo. Non possiamo – dice la testata on line – dire ad Apple chi siete se non sappiamo chi siete”
Un grazie a “Marco Mellini” per la gentile segnalazione.