Uno degli ambiti in cui Apple non è mai riuscita a fare centro è probabilmente quello legato ai servizi disponibili sul Web, più in particolare i servizi legati al Web 2.0, capaci cioè di stimolare la condivisione di esperienze e contenuti tipici del social networking.
Sì, non dobbiamo dimenticarci del servizio .Mac, ma nemmeno soprassedere sul fatto che .Mac non offra nulla di particolarmente innovativo o interessante, come già avevamo evidenziato in passato.
Apple negli ultimi mesi ha un spostato .Mac in un ideale dimenticatoio, forse accorgendosi dell’obsolescenza genetica di un tipo di offerta che fatica ad essere davvero competitiva, soprattutto in una galassia sociale come quella profilata dal nascere giornaliero di servizi collaborativi e basati sulla condivisione.
Flickr, Twitter, Del.icio.us, Slashdot, YouTube, MySpace, Facebook, Yahoo!, Google… sono solo alcuni nomi che ben rappresentano la rivoluzione web che sta diffondendosi a macchia d’olio.
Esternamente è da notare come la Mela abbia deciso di avviare una proficua collaborazione con gli attori più affermati proprio negli ultimi mesi. Apple TV ora è in grado di integrare i filmati di YouTube; l’iPhone, oltre all’e-mail push offerta da Yahoo! disporrà dell’interazione con Google Maps.
In uno scenario di questo tipo alcuni opinionisti ritengono che non sia da escludere un prossimo annuncio su una più stretta partnership fra Apple e Google.
L’idea di base è che le tecnologie offerte dalle due società siano virtualmente fatte l’una per l’altra: da una parte abbiamo l’ecosistema Apple, tecnicamente costituito da software e hardware appositamente creati per dialogare fra loro senza soluzione di continuità .
L’integrazione fra i programmi rilasciati dalla Mela, sullo sfondo dei quali emerge in ogni istante il “deux ex Mac(hina)” rappresentato da Mac OS X, è uno dei più grandi pregi riconosciuti da tutti gli utenti che abbiano almeno una volta preso in mano un computer della Mela.
D’altra parte abbiamo Mountain View, colosso che si sta espandendo a dismisura d’olio sulla Rete, espandendo ed ampliando i suoi servizi, senza mai dimenticare le connessioni utili per poter creare una vera esperienza online. Un’esperienza omnicomprensiva che non si limita più ad essere una somma di singole esperienze, ma capace di andare oltre.
Google incarna tecnologicamente una visione perfettamente “gestaltica” della Rete, in cui il tutto è molto più che la mera somma della parti. E-mail, calendario, mappe, feed reader, gestione di immagini, analisi dei siti web e piattaforme pubblicitarie.
A questo aggiungiamo il procedere di una società sempre più affamata di espansione, che non accenna alla benché minima contrazione, sia sul lato tecnologico (ogni giorno nascono nuovi servizi), sia sul lato economico (ogni giorno ci si aspetta una nuova acquisizione).
In ultimo, possiamo anche aggiungere un aspetto di pura governance aziendale: Eric Schmidt è inserito nel consiglio di amministrazione di Cupertino. Ora abbiamo tutti gli ingredienti che potrebbero portare verso la ricetta definitiva. Alcune prove sono già state fatte, come l’arrivo di Google Desktop anche su Mac; ma è ancora poca cosa.
Un’eventuale alleanza fra Apple e Google potrebbe ben colmare il gap ancora rilevante fra cioè che c’è all’interno dei nostri computer e cioè a cui abbiamo accesso tramite essi. La definitiva stretta di mano fra Jobs e Schmidt sarebbe l’anello di congiunzione fra l’esperienza hardware e software del mondo Apple e gli ormai imprescindibili servizi web-based. Google potrebbe essere la iApp che tanto aspettiamo.