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Apple e Starbucks, la “strana coppia”

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Non saranno contenti nei corridoi del quartier generale di At&T, il colosso della telefonia americana. Non tanto per l’accordo di per sé stretto con Starbucks da parte di Apple che consente di accedere gratuitamente a servizi Wi-Fi nelle migliaia di caffetterie della catena nordamericana (saranno tutte quante accessibili per la fine dle 2009). Ma per l’arrivo di iPod Touch e per l’implicita perdita di interesse che in molti potrebbero avere per l’iPhone. Non a caso Apple ha ritoccato verso il basso il prezzo di iPhone negli Usa (ben 200 dollari) provocando anche un po’ di risentimento da parte degli investitori in Borsa che hanno “punito” il titolo di Apple con un -5%, la maggior parte delle perdite sono avvenute durante la presentazione di Jobs.

Quel che sta accadendo è che Apple mostra adesso nel dettaglio che quello con At&T non è stato un matrimonio ma solo un’alleanza, e che altre strade sono perseguibili in parallelo. In effetti, nonostante in molti fossero in attesa di una novità  dal punto di vista dei lettori digitali di Apple, adesso che iPod touch è arrivato (insieme ai nuovi modelli rinominati “Classic” e a quelli nano di nuova generazione), la sensazione è che molti possibili acquirenti di iPhone possano invece “ripiegare” sull’iPod Touch. A fare la differenza, più che non la sola interfaccia, sono le funzionalità  e i servizi. Wi-Fi, Safari e accesso gratuito in uno dei pilastri delle comunità  per la vita degli americani, cioè gli Starbucks. Questo si traduce nella possibilità  cioè di poter in qualche modo avere accesso a Internet senza fili (posta elettronica via web e tutto il resto) senza dover sobbarcarsi una tariffa telefonica. Mantenendo la “leggerezza” dell’iPod e non il vincolo del contratto dell’iPod.

L’accordo con la catena di caffetterie consente ad Apple infatti di avere Wi-Fi gratis a partire da subito in 600 caffetterie, altre 7500 nell’area di San Francisco per novembre, 500 a Los Angeles nei primi del 2008 e 300 a Chicago a marzo del 2008. Inoltre, l’accordo con Starbucks porta con sé anche un altro elemento (che non è solo quello di attrarre nuovi clienti dentro le caffetterie nella speranza che investano qualche dollaro in un frappuccino) di rilievo. Vale a dire, l’implicita risposta dal punto di vista del download musicale in una fase in cui la concorrenza di Apple si sta muovendo in maniera rapida e in cui la possibilità  di avere nuovi modi per comprare musica sta sempre più facendo gola ad Apple.

Il relativo rallentamento, secondo alcuni analisti, delle vendite di iPhone (750 mila molto velocemente, quota 1 milione in questi giorni e poi forse una media di vendite inferiore a quella del debutto, proprio come accadde al Macintosh nel 1984 che vendette molto velocemente al principio per poi entrare in una fase di stallo pochi mesi dopo il debutto) unito al fatto che l’iPod Touch con tutta probabilità  utilizza la stessa piattaforma (altamente espandibile, come i tempi stanno dimostrando) di iPhone basata su interfacccia e kernel di MacOs X, mostra anche un’altra prospettiva. Se Apple (o qualche terza parte con un hack) fosse in grado di mettere qualcosa di simile a Skype o iChat audio dentro iPod Touch (e se l’apparecchio supportasse un’entrata audio, cosa attualmente non specificata da Apple) la rivoluzione potrebbe prendere una piega molto gradita ai consumatori e molto meno apprezzata dai dirigenti di At&T. L’alleanza con Starbucks, per quanto progettata per svilupparsi nel medio periodo e di limitate dimensioni, potrebbe avere un impatto notevole sui modelli di business di molte aziende.

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