Intervistato da Fortune Glenn Lurie responsabile della sezione Emerging Devices di AT&T dichiara che >sarebbe felice di estendere la collaborazione con Apple ad altri dispositivi connessi al Web tramite rete cellulare e che non siano per forza di cose iPhone.
Il dirigente dell’operatore mobile statunitense ovviamente non indica nessun nuovo prodotto e nemmeno un progetto reale in corso, descrive semplicemente il proposito di AT&T di estendere la propria collaborazione con Cupertino, magari per nuovi progetti e prodotti. Durante l’intervista il dirigente offre più riferimenti diretti ai nuovi netbook e computer portatili di diversi costruttori del mondo PC che possono essere venduti a prezzi fortemente sovvenzionati, come avviene per iPhone e da anni per i cellulari, sottoscrivendo un piano di abbonamento con l’operatore.
In definitiva il dirigente di AT&T non ha problemi nel manifestare l’interesse della società per la commercializzazione di dispositivi diversi dai telefoni ma pur sempre in grado di generare flussi di entrate grazie agli abbonamenti dati via etere. In occasione dell’intervista però i riferimenti ad Apple sono numerosi: il dirigente dichiara che ha avuto una chiacchierata con Tim Cook proprio alcuni minuti prima dell’intervista. Insomma: perché Apple no…
Da mesi e da anni circolano voci, smentite e conferme circa lo sviluppo da parte di Apple di un tablet oppure anche di una versione dei MacBook con tecnologia 3G già integrata di serie. In quest’ultimo caso in passato Steve Jobs in persona ha dichiarato di essere contrario nel commercializzare notebook Mac legati a uno specifico operatore mobile. Ma vale la pena notare che forse anche per i netbook o per un dispositivo simile da vendere in accoppiata con un abbonamento dati, può succedere quello che è successo ad Apple e a Steve Jobs fino all’introduzione del primo iPhone.
Se tecnologia e mercato non vengono giudicati sufficientemente maturi Apple non presenta un prodotto in quel segmento e Jobs si scaglierà contro i difetti e le limitazioni dei prodotti esistenti. Tutto questo potrebbe però presto cambiare non appena l’officina di Cupertino sarà in grado di sfornare un nuovo netbook o un nuovo dispositivo in grado di superare questi limiti e di fare la differenza nel settore di interesse. Immaginiamo per esempio un netbook marchiato Mela, con funzioni simili rispetto a iPhone e touch ma più evolute, in grado di sostituire parzialmente un MacBook e pensiamo anche a un altro App Store, pronto e ricco di applicazioni dal prezzo abbordabile per espandere e personalizzarne le funzioni. Un assetto, quest’ultimo, ritenuto da sempre probabile da Macity e che darebbe ragione dello scetticismo di Jobs per i Netbook tradizionali non impedendo alla Mela di entrare nello stesso mercato con una proposta originale e rivoluzionaria.
Potrebbe ripetersi il miracolo di Cupertino: così come il settore smartphone è stato sovvertito e anche per molti versi battezzato con iPhone, lo stesso potrebbe accadere con i netbook. Allora e solo a queste condizioni Apple scenderebbe in campo: per il momento l’affare ntebook sembra risultare profittevole solo per gli operatori mobile, che guadagnano sul collegamento dati. Per i principali costruttori i netbook a basso costo significano molta movimentazione di materiale e pezzi, per ottenere percentuali di profitto in discesa. Con un netbook nuovo, magari anche un poco più costoso, ma facile da usare come Jobs lo vorrebbe e con un App Store in grado di generare profitti per Cupertino, allora forse anche AT&T in USA e gli altri operatori del mondo potranno disporre di un dispositivo Apple che non sia uno smartphone.