Da un brevetto scovato di recente, emerge un interessante sistema di Apple per ordinare e classificare le reti Wi-Fi pubbliche. L’idea è di identificare automaticamente punti di accesso in giro per il mondo tenendo conto di diversi parametri, indirizzando gli utenti verso reti “migliori” (ad esempio quelle che offrono buone prestazioni), ma anche individuare punti di accesso sospetti, ad esempio quelli installati da cybercriminali per cercare di intercettare i dati di persone in giro felici di poter accedere a internet a sbafo, senza pensare a possibili conseguenze.
Sfruttando reti Wi-Fi pubbliche, i cybercriminali potrebbero in alcuni casi intercettare i dati (incluse le password) inviati in rete se si utilizza un accesso non crittografato o con una vecchia protezione WEP. Una diversa variante è quella in cui il criminale crea un hotspot Wi-Fi pubblico con un nome simile a quello di una rete esistente (es. il nome di un bar, un hotel o un altro esercizio commerciale nelle vicinanze): gli utenti disattenti si collegano all’hotspot-esca e tutto il loro traffico Internet passa direttamente ai cybercriminali.
È possibile evitare queste trappole verificando per bene i nomi delle reti, evitando punti di accesso sospetti e disabilitando la connessione automatica al Wi-Fi. L’alternativa è usare una VPN per crittografare il traffico: in questo modo, anche collegandosi all’hotspot “incriminato”, gli intercettatori non sapranno cosa state inviando o dove.
Del brevetto di Apple riferisce il sito Mac Observer, spiegando che l’approccio prevede accesso da dati in crowdsourcing (collettivi) per mappare punti di accesso Wi-Fi, con un sistema che consente di offrire feedback sulla affidabilità e la sicurezza di reti pubbliche che si trovano nelle vicinanze.
Con la funzione attiva, se disponibili verrà presentato un elenco delle reti WiFi pubbliche, indicando l’affidabilità tenendo conto di dati segnalati da altri utenti che si sono collegati ai network. Apple spiega che i dati vengono raccolti in modo anonimo, assicurando che nessuna informazione o posizione esatta sia nota.
I dati vengono inviati a Apple che li userà per creare mappe dettagliate di access point pubblici e generare metriche relative alle performance delle reti. La tecnologia in questione potrebbe essere integrata in future versioni di iOS, iPadOS e macOS.
Come sempre ricordiamo che Apple brevetta annualmente centinaia di brevetti e non sempre ciò che viene registrato presso il Patent Office si trasforma in prodotti veri e propri. Per conoscere tutte le novità sui brevetti Apple, fate riferimento alla nostra sezione dedicata.