L’Apple Watch e l’iPhone possono essere sfruttati in remoto come dispositivi alternativi alla valutazione clinica di persona per valutare determinate fragilità nei pazienti cardiovascolari.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One riferisce che l’iPhone e l’Apple Watch possono consentire agli operatori sanitari di valutare a distanza una cardiopatia sia con i sensori di serie, sia con un’app che determina alcuni valori dopo il tradizionale test del cammino dei 6 minuti (6MWT), un test usato in medicina cardiovascolare per la valutazione della capacità di esercizio in diverse situazioni, sia di normalità sia di patologia.
Lo studio è stato realizzato dalla Stanford University e finanziato da Apple, mettendo a confronto il tradizionale test del cammino con una variante dello stesso eseguita con app specifica per iPhone e Apple Watch, e anche dei test eseguiti in remoto con l’app, raccogliendo passivamente dati relativi all’attività.
Secondo quanto emerso, l’app per il test del cammino è in grado di determinare accuratamente l’eventuale scompenso cardiaco di un paziente. È stato segnalato una leggera incrinatura nella precisione quando il test viene eseguito a casa (senza assistenza) ma i ricercatori ritengono si tratti di variabilità di risposta nella norma.
Lo studio è stato condotto su 110 pazienti del Dipartimento Veterani con età media di 68,9 anni, tutti – tranne uno – uomini. Di questi l’85% presentava ipertensione, il 35% è diabetico, il 21% soffre di stenosi aortica, il 15% di fibrillazione atriale, e il 4% di insufficienza cardiaca. Lo studio in questione fa seguito ad una precedente indagine dello scorso anno per valutare l’accuratezza dell’iPhone nel tracciamento dei passi.
Apple collabora con l’University Health Network a studi sull’insufficienza cardiaca e ha collaborato, in passato, con la Stanford Medicine per l’Apple Heart Study, che è stato definito come il più grande studio mai realizzato nel suo genere.