Apple Watch è commercializzato come un accessorio che migliora lo stile di vita ed è pensato in particolar modo per chi si allena per via dei sensori e delle funzioni legate al fitness, quali conteggio dei passi, calorie bruciate e misurazione della frequenza cardiaca. E’ proprio grazie al tracciamento del battito che la vita di un uomo è stata potenzialmente salvata dallo smartwatch di Apple.
Ken Robson, questo il nome del 64enne della Virginia che stava progettando un viaggio per andare a trovare il figlio quando, poco prima di partire, ha avvertito un improvviso indebolimento generale accompagnato da vertigini. Dando un’occhiata ai parametri vitali rilevati da Apple Watch ha così scoperto che la frequenza cardiaca a riposo si aggirava intorno ai 30-40 battiti al minuto, un valore normale soltanto per gli atleti olimpici o in generale per persone particolarmente allenate.
Spostatosi rapidamente al Pronto Soccorso – si legge su MedCity News – ha mostrato ai medici i parametri della frequenza cardiaca raccolti nelle ultime settimane, permettendo loro di diagnosticare rapidamente una sindrome del nodo del seno (conosciuta anche come sindrome brachicardia) e procedere all’impianto tempestivo del pacemaker.
Se non avesse avuto Apple Watch, i medici avrebbero dovuto certamente tenere il paziente sotto osservazione monitorando la frequenza cardiaca per una settimana, con tutto ciò che un simile ritardo avrebbe potuto comportare nella tempestività di intervento prima della diagnosi finale. «Penso sia esagerato dire che mi ha salvato la vita» ha commentato Robson «Certamente l’ha migliorata, rendendo più immediato l’intervento dei medici».