Fino alla sua seconda presentazione ufficiale del 9 marzo, Apple Watch era ancora un mistero, conoscevamo l’interfaccia, le tante versioni e molte delle potenzialità ma non conoscevamo ufficialmente uno dei dati più importanti: la durata della batteria. Tim Cook ha risposto con un dato ufficiale: 18 ore di uso “medio”.
C’è un altro dato che tuttora è sconosciuto in attesa dei primi risultati di vendita: sarà un oggetto abbastanza “cool” da attrarre anche quelli che non sono strettamente gli Apple fan o da costringere quelli che lo sono a rinunciare a una delle libertà più piacevoli dell’era degli smartphone, quella di non avere nulla di pesante e ingombrante al polso?
Chi scrive si è fatto una sua idea, una propria posizione che dipende dall’analisi dei comportamenti personali e da alcune caratteristiche tecniche di un probabile ecosistema che Apple dovrebbe introdurre combinando Watchkit, Healthkit e Homekit: per chi rifugge l’esibizionismo modaiolo Apple Watch non si mostra in giro, s’indossa a casa!
La batteria…
La batteria dura solo un giorno e per questo saremo costretti a tornare a casa la sera e porre lo smart watch sul suo caricatore a induzione e a separarcene nello stesso momento in cui ci separiamo dall’iPhone che ha bisogno pure lui della sua energia giornaliera.
In quel momento, orrore, orrore, siamo digitalmente sconnessi dal mondo digitale ed è proprio il momento in cui ne abbiamo più bisogno per guardare cosa c’è in TV, per verificare da quanti minuti cuoce la pasta, per rispondere alle facezie degli amici su Facebook, per gestire illuminazione della casa (sempre che possediate una casa smart).
Se lo utilizzate per vantarvene con gli amici e compagni di lavoro durante la giornata, nel momento in cui siete costretti ad abbandonare il telefono al suo caricatore dovreste farlo anche per Apple Watch e questo vi toglierà tutto il piacere di dedicare al telefono qualcosa di più di una semplice occhiata. E’ pure vero che il maniaco delle Mele quando lascia l’iPhone si avvinghia all’iPad (impossessandosi di quelli già ostaggio di moglie e/o figli) ma poi come fa a girare per casa magari con il pigiamone, la tuta e l’iPad sempre dietro?
Healtkit e Watchkit
Se portiamo iPhone sempre con noi di giorno abbiamo la necessità di avere anche iWatch addosso per misurare calorie bruciate, passi, percorsi, scale salite e discese? Assolutamente no… è proprio a casa che dobbiamo raccogliere e incrociare i dati e valutare le nostre attività soprattutto per chi pratica le magiche e salutari corse del mattino sul tapis roulant motorizzato o, se preferite, sul “cardio” casalingo o valutare le calorie che stiamo per consumare magari stravaccati sul divano davanti ad una bella puntata di “Game of Thrones”.
E attraverso Watchkit e al collegamento con iPhone che se ne sta nel suo cantuccio a caricarsi accederemo alle comunicazioni “emozionali” che Ive ha progettato per noi, agli ultimi messaggi di Facebook o di Twitter che per pochezza di amici e conoscenti sono ormai poco più che frasette e video di gattini. O magari a farci dare il risultato della partita di calcio perché nostra moglie si ostina a guardare Masterchef sull’unico TV di casa….
WatchKit e HomeKit e Apple TV… ma quando?
Dove veramente l’orologio intelligente tornerà utile, sarà nel gestire la Smart Home prossima ventura… a oggi pochi sanno cosa farà veramente HomeKit e se davvero sarà in grado di funzionare con la moltitudine di periferiche vecchie e nuove ma con tutta probabilità Apple Watch potrà collegarsi con un altro aggeggio Apple delegato a presiedere la nostra casa con noi dentro o fuori: Apple TV.
Apple TV a prezzo ribassato (ora costa 79 Euro) o una sua discendente diretta potrebbero tranquillamente diventare l’hub degli hub domotici e il tramite tra la nostra casa e l’orologio di Apple per comandare e gestire sensori e rilevatori, accensioni, spegnimenti e termostati unificando con il protocollo IP i vari protocolli di connessione degli oggetti connessi.
L’orologio di Apple diventerebbe così grazie a Siri, alla possibilità di collegamento Wi-Fi, al sistema di controllo touch e a ghiera, un fantastico telecomando ubiquo per la smart home, il sogno di quanti hanno desiderato gestire la propria casa come un elemento “vivo” che sente e agisce in sintonia con i suoi abitanti.
Ma se avete fatto caso ai dettagli della presentazione del 9 marzo, Tim Cook ha confinato le notizie su HomeKit a tre frasette che in versione succinta corrispondono a: è un grande figata, vi abbiamo mostrato qualcosa in anteprima al CES negli stand di terze parti, il prodotto finale arriverà più avanti nell’anno (non si sa quando, n.d.r.).
Il perché HomeKit tardi a diventare un prodotto reale non è dato saperlo: è stato annunciato a giugno dell’anno scorso, i test sui dispositivi di rilevamento e attuazione sono stati effettuati in autunno e così le prime certificazioni MFI; i prodotti in anteprima sono stati presentati a gennaio ma le date di rilascio ufficiale da parte di aziende che per prime hanno aderito al protocollo sono sempre state rimandate: a Settembre si parlava di Dicembre (dichiarazioni Elgato a IFA); a Gennaio si parlava di Marzo (dichiarazioni di produttori di lampade smart al CES), a Marzo (MWC) si parlava di Giugno o addirittura Settembre (dichiarazioni di grandi produttori di gateway domotici).
Il problema di base starebbe (secondo alcuni esperti che abbiamo consultato e che stanno lavorando da mesi a progetti Homekit) nello stretto controllo che Apple deve mantenere sul network di dispositivi connessi per mantenere la sicurezza globale del sistema e che potrebbe causare qualche inghippo nella gestione della rete.
Senza Homekit realmente disponibile gran parte delle potenzialità “casalinghe”, made in Cupertino di Apple Watch sono inesistenti salvo che qualche intelligente software house di buona volontà non decida di sviluppare una “companion app” collegata a iPhone che gestisca attraverso WatchKit altri server di domotica della concorrenza attraverso Siri mettendosi al pari con i servizi che OK Google, App Android e Android Wear riescono a fornire ormai da qualche mese.
Beati gli ultimi!
Ma in Italia siamo fortunati… Apple Watch non arriverà così presto come negli altri paesi e forse, se tarda parecchio, potremo consolarci con il fatto che lo avremo al polso quando sarà realmente disponibile anche Homekit e sarà dispiegata tutta la magica e sicura integrazione di cui è capace Apple.
L’appuntamento per l’uso nelle case italiane di Apple Watch alla sua massima potenzialità è rimandato probabilmente a settembre; nel frattempo aspettiamo che il pubblico degli altri paesi lo promuova prima dell’estate con i servizi della sua prima fase di vita.