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La cena salvifica: niente dazi Trump per Apple Watch e Airpods (per il momento)

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L’allarme Apple forse è servito: Stati Uniti escluderanno Apple Watch e AirPods dall’elenco dei prodotti inclusi nei nuovi dazi contro la Cina. Bloomberg riferisce che le nuove imposte sulle importazioni cinesi entreranno in vigore dal 24 settembre con il 10%, per passare poi successivamente (da gennaio) al 25%.

Come accennato Apple Watch e gli auricolari AirPods insieme a smartwatch e tracker per il fitness di altri produttori (es. Fitbit), non sono -al momento – inclusi tra i prodotti per i quali sono previste le pesanti tariffe doganali. Non è chiaro se il provvedimento consente di mettere al sicuro tutte le generazioni di Apple Watch o solo l’ultima Apple Watch Series 4.

Bloomberg fa notare che – stranamente – nell’elenco è inclusa anche la Time Capsule, la base per e Wi-Fi e backup non più prodotta da Apple. Altri prodotti inclusi nell’elenco sono lo speaker HomePod e la linea di cuffie Beats. Il valore di questi prodotti importati dalla Cina ammonta a 12 miliardi di dollari.

Qualche giornale americano, fa notare che il provvedimento che salva gli accessori Apple, arriva a qualche tempo di distanza da una cena durante la quale Cook e Trump avrebbero discusso proprio dei sazi. Anche senza dirlo esplicitamente le fonti giornalistiche attribuiscono la “grazia” alle discussioni avute durante quell’incontro e ai “consigli” dati da Cook. Ricordiamo che Apple Watch e le cuffie AirPods sono i due prodotti che più di ogni altro, accanto ad iPhone, già escluso dalla tassazione, sarebbero costati ad Apple profitti se fossero stati colpiti dai dazi voluti dal presidente americano. Si tratta di accessori che portano in cassa ad Apple un elevatissimo fatturato

Murale con Donald Trump

L’annuncio di Trump era nell’aria e la Casa Bianca ha diffuso una nota due ore e mezzo dopo la chiusura di Wall Street. A suo dire la Cina continua a perpetrate pratiche “ingiuste” a danno della tecnologia e della proprietà intellettuale americane, comportamento che “rappresenta una minaccia grave alla salute e alla prosperità di lungo termine dell’economia Usa”.

Trump sostiene che per mesi ha cercato di spingere la Cina a “trattare in modo equo e reciproco le aziende americane” e di avere dato loro “ogni opportunità per trattarci in modo equo” ma anche dopo i dazi del 25% applicati tra luglio e agosto su importazioni cinesi per 50 miliardi di dollari il Dragone “si rifiuta ancora di cambiare”.

All’inizio di questo mese la Casa di Cupertino aveva inviato lettera al Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America chiedendo al Governo di «riconsiderare queste misure e lavorare per trovare altre soluzioni più efficaci che rendano l’economia americana più solida e facciano il bene dei consumatori». Tra i prodotti colpiti dai dazi di Trump ci sono tecnologie e accessori di vario tipo, inclusi strumenti per la fabbricazione industriale destinati agli Stati Uniti, alle strutture che si occupano di riparazione, attrezzature di controllo per la produzione in laboratorio e altre ancora destinate ai data center.

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