Gli AirPods di Apple, proprio perché privi da qualsiasi cavo, sono più facili da perdere: fortunatamente Apple, rilasciando iOS 10.3, ha introdotto la funzione Trova i miei AirPods, funzione appositamente progettata per aiutare l’utente a rintracciarli in caso di smarrimento. Purtroppo, come anche noi di Macitynet abbiamo rilevato, mentre è particolarmente utile in alcune circostanze, in altre occasioni può fare ben poco. Apple potrebbe presto migliorarla, sfruttando le “orecchie” di iPhone.
Per migliorare il sistema Apple potrebbe utilizzare la funzione di ping degli AirPods, che possono emettere un segnale acustico, utile per trovarli in una stanza o in un appartamento, sfruttando al tempo stesso delle “orecchie” non umane. Ed infatti, quando AirPods emettono il segnale acustico, se l’utente non si trova nelle vicinanze, non riuscirebbe comunque ad individuarle.
Una domanda di brevetto denominata “Localizzazione di dispositivi wireless”, presentata da Apple nel settembre 2017, potrebbe ovviare al problema: potrebbero essere i microfoni posizionati su un altro dispositivo, come ad esempio un iPhone, a localizzare il segnale acustico lanciato dalle AirPods.
Utilizzando due o più microfoni e un software di filtraggio, lo smartphone potrebbe utilizzare il beamforming per calcolare la direzione da cui proviene il suono e indirizzare l’utente in quella direzione.
Una versione avanzata trarrebbe inoltre vantaggio da altri sensori presenti sul dispositivo per determinare la posizione fisica, quindi con letture multiple, si potrebbe determinare la posizione approssimativa degli auricolari senza filo. L’utente può quindi essere guidato sul posto con un’interfaccia in stile bussola, che indica la strada o il tragitto da percorrere.
L’uso dei microfoni conferisce al sistema una serie di vantaggi, oltre a dati di posizionamento più accurati. Innanzitutto, l’uso di filtri può ridurre al minimo o eliminare il rumore ambientale proveniente dal feed audio delle AirPods, cosa che l’orecchio umano non riuscirebbe a fare, specie in ambienti particolarmente rumorosi.
Un tale sistema, inoltre, potrebbe sfruttare anche aree dello spettro che l’udito umano semplicemente non può sentire, consentendo la possibilità di un ping silenzioso o di eseguire il ping ad una frequenza che è sgombra da altri suoni.
In ogni caso, Apple è nota per il regolare deposito di un gran numero di domande di brevetto, che poi non si traducono effettivamente in soluzioni pratiche rilasciate all’utente finale. La sua apparizione all’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti non garantisce che la tecnologia diverrà presto realtà.
In questo caso, tuttavia, gran parte del lavoro di base viene già dettagliato nel brevetto, e sfrutta il sistema di ping esistente. Apple, insomma, potrebbe facilmente trasformare il progetto in realtà, senza troppi sforzi.