Apple condannata a pagare 625 milioni di dollari per l’uso, secondo un tribunale, indebito di alcune tecnologie che fanno funzionare Facetime. La sanzione è riferita a 4 brevetti oggetto del contendere in un’infinita disputa che da tempo la vede contrapposta a VirnetX, una “entità non praticante” (un patent troll) che già in passato aveva causato problemi alla casa di Cupertino per brevetti sulla tecnologia VPN, quella al centro dei brevetti portati davanti alla corte.
Il procedimento legale risale al 2010. Allora Apple era stata accusata di avere violato proprietà intellettuali di VirnetX per la gestione sicura delle reti attraverso l’implementazine del protocollo VPN on demand di iOS. Successivamente Apple aveva già modificato il protocollo proprio in conseguenza del procedimento legale con VirnetX, ma le modifiche non sono state ritenute evidentemente sufficienti.
La tecnologia VPN viene usata, come accennato, in FaceTime per iPad, iPhone e nei Mac, ma VirnetX ha intentato procedimenti simili per gli stessi brevetti VPN contro Cisco, Astra, NEC, Siemens, Microsoft. La società ha un portfolio di brevetti in USA e a livello internazionale nel campo dei DNS e delle comunicazioni network.
VirnetX è tecnicamente definita una patent assertion entity (PAE), un’entità non praticante, società che basano la propria attività economica sulla registrazione generalizzata e indiscriminata del maggior numero possibile di brevetti pur senza avere alcun prodotto o servizio che li utilizza, nè un interesse specifico ad usarli se non quello di rivendicare la loro proprietà quando qualcuno, magari anche inconsapevolmente, realizza qualche cosa di simile. A quel punto scatta la richiesta delle relative royalties.
Prima ancora di ascoltare la decisione della commissione giudicatrice, Apple ha presentato istanza chiedendo al giudice distrettuale Robert Schroeder di dichiare nullo il procedimento giudiziario, accusando VirnetX di avere ingannato e confuso la giuria nell’arringa conclusiva. Il giudice non ha ancora adottato una decisione in merito alla richiesta di Apple.