L’ente deputato al rilascio delle licenze dell’Università del Wisconsin-Madison, non potrà sfruttare il meccanismo delle sanzioni risarcitorie note come “treble damages” (una norma che consente alla corte di triplicare il risarcimento dei danni da destinare alla parte attrice), nel caso che la vede contrapposta ad Apple perché quest’ultima avrebbe sfruttato un brevetto senza autorizzazione.
Una giuria federale ha recentemente stabilito che Apple ha violato un brevetto della Wisconsin Alumni Research Foundation (WARF) relativo al miglioramento delle performance dei processori. La WARF rivendica 400 milioni di dollari per danni e fino a qualche giorno addietro si pensava che il danno alla fine potesse arrivare a costare ad Apple molto di più, aumentare in misura rilevante la richiesta di risarcimento.
Il giudice distrettuale William Conley ha stabilito che la WARF non può provare che Apple abbia violato il brevetto volontariamente, una buona notizia per la Mela che altrimenti rischiava di dover sborsare fino al triplo per l’uso indiscriminato di brevetti.
La Mela è riuscita in qualche modo a difendersi e la WARF “non è riuscita a dimostrare chiaramente e con prove convincenti che Apple abbia agito nonostante l’oggettivamente alta probabilità che le sue azioni potessero costituire una violazione di un brevetto in vigore”.
Come abbiamo già scritto qui, il brevetto in questione (“Table based data speculation circuit for parallel processing computer”) è stato registralo nel 1998 e riguarda un metodo per migliorare l’efficienza di un processore. La fondazione aveva nel 2008 citato anche Intel ma con la Casa di Santa Clara fu trovato un accordo l’anno seguente alla vigilia del procedimento.