Apple ha presentato ieri il documento finale, la sua risposta nella diatriba Apple Vs FBI contenente le argomentazioni che saranno sostenute da Cupertino nel faccia a faccia che si svolgerà il 22 marzo. Per Apple il Governo USA «Vuole riscrivere la storia descrivendo l’All Writs Act come una bacchetta magica tuttofare piuttosto che un limitato strumento procedurale quale è».
Ricordiamo che l’All Writs Act del 1789 è la legge su cui si basa la richiesta di sblocco dell’iPhone di San Bernardino imposta ad Apple dall’FBI. In realtà, oltre a risalire a oltre due secoli fa, più che una legge si tratta di una procedura speciale che delinea interventi limitati da parte di aziende in casi in cui il recupero di prove e dati non sia possibile con altri mezzi per le forze dell’ordine.
Per sostenere la propria posizione nel caso Apple Vs FBI, il 22 marzo gli avvocati di Cupertino evidenzieranno i limiti evidenti dell’All Writs Act, non solo per data e periodo storico, ma anche per gli sviluppi tecnologici allora impossibili da prevedere. Ma soprattutto Apple insisterà sulla necessità di un dibattito legislativo in materia, come riporta Business Insider, in grado di fare equilibrio tra le ragioni della sicurezza e quelle della privacy, tenendo in considerazione le tecnologie attuali.
«Questo caso emerge in un contesto difficile, dopo una terribile tragedia. Ma è proprio in casi importanti ed emotivamente carichi come questo che i tribunali devono difendere con zelo le libertà civili e dello stato di diritto» respingendo la volontà del governo di superare i limiti che gli competono. La conclusione dei legali di Apple è chiara ormai da giorni ed è ulteriormente precisata nel documento finale: «Questa corte deve quindi negare la richiesta del governo e annullare l’ordine». Il primo atteso confronto faccia a faccia Apple Vs FBI avverrà in tribunale in California il 22 marzo, il giorno dopo l’evento Apple 21 marzo con il keynote in cui è attesa la presentazione di iPhone SE, iPad Air 3 e altre novità ancora.
