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Sparite le VPN dall’App Store russo, Il Cremlino ordina ed Apple obbedisce

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Chi sospetta che Apple si pieghi ad ogni richiesta dei governi totalitari, potrebbe avere una nuova conferma: dall’App Store della Russia sono state cancellate tutte le VPN ancora disponibili.

Lo rende noto il giornale indipendente Novaya Gazeta secondo il quale si tratta di un’azione conseguente la richiesta del Roskomnadzor, formalmente il Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media, nei fatti un organismo di censura digitale.

La Russia da anni censura i media occidentali accusati di diffondere notizie distorte sul paese e sugli scenari internazionali. Con l’avvio della guerra con l’Ucraina e l’aumento delle tensioni con l’occidente la situazione si è ulteriormente radicalizzata con censure anche a diversi giornali italiani.

Il blocco delle VPN, iniziato da tempo anche con operazioni che hanno colpito Google e con una campagna di disinformazione sul loro funzionamento, fa  parte della stessa politica. Der resto fin dal 2016 con la famigerata legge Jarovaja (dal nome della deputata di Russia Unita, il partito di Putin e del premier Medvedev, che l’ha presentata), il digitale è nel mirino delle autorità russe.

Il Cremlino chiede Apple obbedisce, via le VPN dall'App Store in russia

 

I fornitori di Internet ISP sono obbligati a conservare il traffico degli utenti e archiviare il contenuto di tutte le comunicazioni per sei mesi, inclusi i relativi metadati per tre anni. I servizi che sfruttano sistemi cifrati, dalle chat ai social network, sono obbligati a garantire una ‘backdoor’, cioè un accesso, alle forze di sicurezza.

Apple, nonostante abbia sospeso in Russia le vendite ufficiali dei suoi prodotti, non solo essi sono ancora disponibili e funzionanti e aggiornati nel software per tutti coloro che li hanno acquistati, ma continuano ad entrare attraverso il mercato parallelo da paesi che non applicano sanzioni alla Russia. Oltre a questo restano disponibili anche praticamente tutti i servizi Apple tra cui, ovviamente, anche App Store.

Oggi le VPN vengono (o venivano) sfruttate da tutti coloro che volevano aggirare il blocco ma hanno sempre avuto vita difficile in Russia tanto che i gestori di alcune delle maggiori app e serivizi avevano ritirato i loro prodotti spontaneamente, altre erano ancora disponibili e sfruttate da chi abita in quel paese ed Apple le distribuiva direttamente soddisfacendo una richiesta, apparentemente, alta.

Le prime tre app più scaricate secondo le classifiche di App Store russo sono VPN; e sempre VPN sono cinque sulle prime dieci.VPN Più Sicure: 5 Ottimi Servizi con cui Navigare Tranquilli sul Web

Nonostante questo, Apple, riferisce Novaya Gazeta ha deciso di procedere alla loro eliminazione. Perché sarebbe stato segnalato, come si legge dal messaggio inviato agli sviluppatori di Red Shield VPN, che esse sono in opposizione alle leggi Russe e hanno contenuti ritenuti illegali per le leggi di quel paese.

Oltre a RedShield la stessa comunicazione è arrivata a ProtonVPN, Red Shield VPN, NordVPN e Le VPN. Apple comunica a queste aziende i commi di legge in base alle quali è stata intrapresa l’azione e afferma che è dovere di App Store essere diligente nell’applicare le norme dei paesi dove operano i suoi servizi.

Apple si è conformata a questa politica anche in passato e l’ha fatto non solo in Cina (prima nazione a mondo dove le VPN sono state eliminate dallo store e poi seriamente limitato AirDrop, mancano canzoni giudicate sovversive in Apple Music, tutte le app devono essere approvate dal Governo, negozi di libri e film non esistono, dove è stata eliminata la bandiera di Taiwan, ma anche in Russia.

Ad esempio, aveva rimosso le app sviluppate dal team di Alexey Navalny, uno dei principali critici e avversari politici di Vladimir Putin con le quali si davano indicazioni su come massimizare la protesta al voto durante le presidenziali. Caso Navalny a parte, dal 2023 il colosso di Cupertino ha eliminato almeno 19 app dall’App Store russo dal 2022 ad oggi.

Apple non è sola a rispondere alle richieste del governo russo. Google, ad esempio, fa la stessa cosa. Ha chiuso gli uffici in Russia dei suoi servizi, tra cui YouYube, ma nello stesso tempo obbedisce alle disposizioni di censura sui filmati. Ma è enorme il numero di aziende che hanno assunto una posizione dura contro il Cremlino, hanno modificato le loro politiche commerciali su quel  paese ma continuano in un modo o nell’altro ad operare in esso.

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I critici che in passato hanno sempre bollato queste politiche come piratesche (da una parte si criticano i regimi attuando operazioni di embargo sui prodotti, dall’altra se ne soddisfano le richieste), hanno approfittato in ogni caso dell’occasione per attaccare Apple.

In passato l’avvocato specializzato in digitale Sarkis Darbinya, aveva dichiarato a TechCrunch: «Le aziende non possono dire che non sono affari loro, che seguono le leggi di uno stato e che obbediscono ad esse. I grandi della tecnologia devono ricordare che esiste anche una legge non scritta secondo la quale si dovrebbe evitare di contribuire con le proprie decisioni commerciali a decisioni che hanno una ricaduta sui diritti umani».

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