Ci sono momenti storici per noi consumatori e ci sono momenti storici per gli sviluppatori. Le due cose sono legate ma non coincidono perfettamente. La presentazione del visore di Apple, il famigerato Apple Vision Pro, è avvenuta durante la conferenza annuale degli sviluppatori WWDC che si è conclusa da poche settimane a Cupertino ed è stata una sorpresa per tutti quanti. Bella sorpresa tecnica (l’hardware e il software è davvero notevole), meno bella sorpresa commerciale (costa caro, arriva l’anno prossimo e solo negli Usa, non in Italia). Ma comunque è stata una cosa di cui si è parlato moltissimo.
Ci si aspettava un “iPhone moment”, una rivoluzione come quella del 2007, che lasciò il pianeta a bocca aperta e aprì subito la strada a un cambiamento radicale nei dispositivi che portiamo con noi (i cosiddetti apparecchi post-pc). E invece, probabilmente, abbiamo avuto un “iPod moment”, come la presentazione nell’ottobre 2001 del piccolo player di musica digitale che all’inizio venne molto sottovalutato (caro, con un inedito hard disk interno) ma che si è rivelato negli anni successivi una grande rivoluzione per la musica e per il modo con il quale viviamo la nostra vita digitale. Vision Pro potrebbe essere quello.
Dopo quel momento, noialtri consumatori (e giornalisti) aspettiamo l’arrivo sul campo dell’apparecchio per poter vedere come funziona veramente e come viene assorbito dal mercato. Tuttavia, gli sviluppatori dell’ecosistema Apple, che sono tantissimi, aspettavano un’altra cosa. Volevano mettere le mani su quello che permette loro di fare quel che sanno fare, cioè scrivere software. E quella cosa è lo SDK, il kit di sviluppo software che consente materialmente di programmare le app per Vision Pro.
Ecco cosa sta per succedere adesso ed ecco perché tutti i discorsi fatti sinora relativamente a prezzo e uso sono in realtà abbastanza futili.
Il prezzo di Apple Vision Pro
Quando è arrivato l’annuncio del prezzo di Apple Vision Pro, cioè 3.499 dollari tasse escluse, molti hanno pensato: è fuori scala, non se lo comprerà mai nessuno, è un prodotto di nicchia. Se fosse vero, sarebbe anche giusto, ma non lo è. Intanto perché Vision Pro verrà commercializzato l’anno prossimo. Ci lavorano da sette anni. Se l’avessero fatto in una settimana e l’avessero messo in commercio a maggio-giugno del 2015, sarebbe costato più di 100mila dollari. Più le tasse. Semplicemente perché non c’era la tecnologia adatta se non a livello di prototipi.
Poi ci sono i miglioramenti incrementali: anche oggi probabilmente costerebbe almeno un migliaio di dollari in più di quando verrà commercializzato, tra sei mesi. E dopo un anno, se la strategia è quella di far calare il prezzo con lo sviluppo delle tecnologie e le economie di scala (cioè mantenere fermo il livello di oggi e usare le medesime tecnologie un anno dopo, quando sono più economiche) il prezzo dell’attuale visore si ridurrà di un fattore di due. Il visore da 3.500 dollari potrebbe costarne meno di duemila, insomma. E quello nuovo partire da un prezzo più basso (2.500?).
La stabilizzazione del prezzo di Vision Pro richiederà un po’ di tempo perché parte dall’alto (il prezzo di iPhone ha fatto una curva diversa, ma quello del MacBook Air, aggiustando il valore con l’inflazione, nel 2010 è partito con un prezzo quattro o cinque volte più caro di quello di oggi, e all’epoca aveva un hard disk da 80 Giga o una SSD da 64 Giga che era lentissima).
Gli usi dell’Apple Vision Pro
Le polemiche sulle brutture sociali dell’Apple Vision Pro, sul suo uso “distopico”, dell’essere un oggetto alla “Black Mirror”, con generazioni di persone lobotomizzate che indossano il visore per fare tutto, compreso stare con i propri partner e i bambini, sono semplicemente fantasie.
Apple non ha una forma definitiva di Apple Vision Pro, nel senso che ha tutto l’interesse a lavorare per renderlo ancora più piccolo e sottile, simile a un paio di occhiali. È quello che vuol fare anche Facebook/Meta (per questo l’accordo con Luxottica) ma per arrivare a quella tecnologia ci vogliono dieci anni. Forse un filo meno se c’è guadagno prima e tutti si mettono a correre. Ma è certo che gli occhiali smart capaci di fare quel che fanno gli Apple Vision Pro sono tecnicamente già oggi possibili, solo che produrne uno costa centinaia di migliaia se non milioni di dollari. Prototipi che servono per indicare la vita allo sviluppo.
Per questo gli usi non sono noti, Apple ha presentato una serie molto ampia di possibili strade, e adesso tocca agli sviluppatori tirare fuori il modo con il quale proporre l’utilizzo di Apple Vision Pro agli utenti. Che poi a loro volta faranno il pezzo finale e “voteranno” usando alcune funzioni rispetto ad altre, alcune app rispetto ad altre.
Il kit di sviluppo software
Con la presentazione dell’SDK Apple dice questo: attenzione, sviluppatori, questo è il vostro momento. Durante la WWDC ci sono state tantissime demo riservate agli sviluppatori e lezioni dove imparare i fondamenti della programmazione per ambienti 3D. Come disporre gli oggetti, quali effetti usare, come costruire una interfaccia coerente, cosa si può fare e cosa no.
Sono corsi riservati, li abbiamo visti, non siamo programmatori ma molte cose sono comunque estremamente comprensibili e ben comunicate (ovviamente, stiamo parlando di Apple) e abbiamo in mente che quello che Apple ha presentato è alla fine solo un ambiente, una casa nuova come quella che vengono vendute dagli imprenditori edili. Ci sono una serie di elementi architettonici e strutturali (aria condizionata integrata, giardino, i bagni, la cucina, la divisione degli spazi, la disposizione e il tipo degli infissi e dei serramenti) ma poi l’arredamento tocca ai fornitori e a chi la abita. E questo è un gioco che si fa tra sviluppatori e utenti.
Apple propone una serie di app e di funzioni di base, ma molte sono sostanzialmente delle predisposizioni. Non “chiude” la piattaforma, ma la apre ai possibili usi che devono essere inventati dagli sviluppatori e scoperti dagli utenti.
Family feeling
Ok, tutto molto bello e molto chiaro. Ma chi ci dice che gli sviluppatori sapranno inventare cose utili e belle? E chi ci dice che gli utenti sapranno apprezzarle? A che serve, tutto sommato, un visore così?
La domanda esistenziale (“a che serve”) è quella più difficile a cui rispondere. Probabilmente solo la storia ci dirà se Apple ha fatto la mossa giusta o no. Però le prime due (gli sviluppatori saranno capaci di programmarlo? e gli utenti di usarlo?) sono più facili. Perché la risposta è la stessa: sì.
Lato sviluppatori grazie al fatto che vengono usate le medesime tecnologie di base e gli stessi elementi che Apple utilizza per la creazione delle app tradizionali. Lo dimostra questo SDK dove sono presenti gli elementi nuovi ma dove c’è una continuità assoluta con tutte le tecnologie di programmazione, le librerie e i framework (da Swift a Xcode, da SwiftUI, RealityKit, ARKit fino a TestFlight) e le stesse metafore e idee di interfaccia (rimodellate per il 3D) che Apple usa per i suoi software e nelle linee guida per gli sviluppatori su macOS, iOS, iPadOS etc.
Lato utenti, c’è la grande continuità che Apple è riuscita a raggiungere qualche anno dopo aver lanciato iPhone, e che ha portato alla convergenza funzionale non solo della base tecnologica ma anche delle interfacce di iOS, iPadOS, macOS e tutto il resto. Non una identità di interfaccia, come l’aveva intesa Microsoft che voleva mettere Windows sui telefonini e che mette il touch da tutte le parti, o Google che Android fa smartphone e tablet e netbook praticamente con la stessa interfaccia “stirata” per starci in formati diversi. No, Apple ha lavorato per fare in modo che ci siano app coerenti, modi d’uso diversi a seconda del contesto (un iPhone, un iPad, un Mac) ma con la continuità assoluta e la possibilità naturale di passare da un dispositivo all’altro, da un ambiente all’altro. Usando le stesse app ma in modo leggermente diverso perché cambia l’interfaccia d’uso.
In conclusione
Alla fine di questa lunga carrellata, ma occorre argomentare per poter vedere per bene le cose, perché sono complicate, la considerazione è semplice: questo passaggio del rilascio dell’SDK agli sviluppatori non è un “passaggio tecnico”, invece è un momento cruciale in cui si accende la prima scintilla che deve infuocare l’ecosistema delle app che renderanno Vision Pro non solo uno strumento eccezionale ma anche uno strumento eccezionalmente integrato nell’ecosistema e nella visione di Apple.
Da oggi il mondo comincia a creare usando Vision Pro. Per noi utenti qualunque c’è ancora un po’ da aspettare, ma la festa in realtà è appena cominciata sul serio.