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Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

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La fantasia di Mark Zuckerberg è poca roba, e in altri ambienti la chiamerebbero solo furbizia. Si limita a percepire il cambiamento, a intuire la direzione e poi a saltare sul carro di chi va in quella direzione. In particolare: il metaverso, del quale come abbiamo detto Apple durante la presentazione di Apple Vision Pro non ha fatto menzione, è un’idea presa a prestito e riciclata.

Zuckerberg che mostra le magnifiche e progressive sorti di Meta sembra che abbiano comprato i fondali verdi degli Amibo della Wii di Nintendo. Belli certo, ma, come dire, un po’ passati.

Il problema, che chi copia non vede, è nella promessa. Che è furba, perché sicuramente dietro c’è mezza Hollywood che promette un metaverso inteso come “un altro posto più figo di questo”, dove la magia è possibile. Un posto che ti metti il caschetto in testa e via, più veloce della luce. Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

Prima William Gibson con i cow-boy della console del Cyberpunk degli anni Ottanta, poi Neal Stephenson che ha coniato anche il termine, poi Ready Player One e domani il naturale punto di sbocco: Avatar. Ci si infila in un cilindro che proietta la nostra coscienza in un avatar di carne e ossa che però sappiamo essere completamente virtuale e digitale, come il mondo che lo circonda.

Ma è quello che la gente cerca, almeno grazie a fantascienza, videogiochi e film: il paradiso in terra. Solo che il paradiso, con la “p” minuscola, non esiste. Tantomeno sulla Terra.

Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

Un altro metaverso è possibile

Invece, esiste un altro modo di immaginare quello che per comodità potremo continuare a chiamare “metaverso” accettando però l’idea lanciata qualche mese da Tim O’Reilly: non un luogo virtuale ma un modo di scambiare informazioni e arricchirle grazie al digitale.

Tempo che si ferma e torna indietro e va in avanti, come la comunicazione grazie ai flussi registrati dello streaming o alle videoconferenze o agli altri strumenti che permettono di alterare la normale linearità dell’esperienza umana, arricchendola. Il metaverso non è un posto, ma un medium per la comunicazione, insomma.

Questa logica è coerente con quel che ha fatto la Apple di Tim Cook con Apple Vision Pro. Ha creato un dispositivo estremamente poco sobrio. Cioè, molto sobrio rispetto agli altri di questa categoria, ma certamente non un dispositivo elegante e che scompare sullo sfondo, come di solito fanno i dispositivi di Apple: cuffie, telefoni, Apple tv, iPad, Mac e tutto il resto. No, questo ti sta in faccia e come abbiamo già detto ci chiediamo come farà.

Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

Il visore non è trasparente (ma lo sembra)

Dopodiché Vision Pro non esclude la persona dal mondo, ma la collega in maniera complessa tecnicamente, ma molto naturale come esperienza. Non porta via ma fa entrare le informazioni e gli oggetti digitali nel mondo reale. Il visore non è trasparente ma lo sembra, l’esperienza di visione degli oggetti è iper-realistica, dicono i primi che lo hanno provato.

Ogni dispositivo fa storia a se. A quel che abbiamo capito è come iPhone e iPad: mono-utenza. Questo esclude automaticamente la possibilità che tutta la famiglia lo indossi. E infatti nei video meno gender-fluid del solito delle presentazione, sono solo i papà ad andare a giro con il dispositivo, oppure donne isolate, senza figli.

C’è una gran cura, da parte di Apple, nel non rappresentare quello che è l’elefante nel mezzo della stanza. L’alienazione che mettersi un paio di grossi occhiali da sci fintamente trasparenti porta dal punto di vista delle relazioni familiari.

Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

Accessibilità e potenza

Eppure Vision Pro è potenzialmente uno straordinario strumento di accessibilità, fa capire Apple, se si pensa a chi magari può usare solo gli occhi o pochi movimenti di mano e testa oppure la voce per interagire con il mondo. Ancora, è un modo per avvicinare in modo estremamente realistico persone lontane, piuttosto che allontanare chi ci sta davanti.

Quello che stiamo capendo adesso, dopo aver seguito la conferenza WWDC 2023 con keynote e poi State of the Union (più tecnica e per gli sviluppatori) è che Apple sta lavorando in sinergia, mettendo assieme tutte le sue tecnologie hardware e software in maniera sempre più razionale.

L’ecosistema di prodotti Apple diventerà il primo computer spaziale pronto per l’uso. iPhone, iPad, Mac, Airpods, TV, HomePod, tastiera, mouse e Watch erano solo dei prerequisiti.

Così visionOS dà il via a una era

Leggere il futuro negli occhi

Ogni dispositivo è sostanzialmente un punto di contatto, una bandierina posizionata nello spazio con la capacità di tracciare la nostra posizione, la nostra attenzione e la nostra intenzione.

Vision Pro riesce a leggere i micro-movimenti anticipatori degli occhi e a predire cosa stiamo per fare, perché gli ingegneri di Apple ci hanno studiato sopra e hanno visto che con un po’ di machine learning (altro che AI che uccide gli uomini!) e buone competenze si può fare qualcosa che sembra davvero magico come predire il futuro.

Questa suite di dispositivi Apple, dagli AirPods ad Apple Vision Pro, è così perfettamente integrata che passare da uno all’altro sembra letteralmente una magia. Tuttavia, per la realtà aumentata, il problema è un altro: la tecnologia, finora, è stata una soluzione in cerca di un problema.

Apple Vision Pro, un altro mondo insieme al nostro è possibile

Le ragioni del cuore e quelle del portafogli

Perché scegliere di prendere un Vision Pro invece di prendere lo smartphone, il tablet, il computer portatile o il telecomando della TV? Perché si vorrebbe indossarne uno regolarmente, ammesso che la batteria arrivi mai a coprire una porzione ragionevole della giornata? Perché stare a casa sul divano, in hotel, in treno o in aereo, ma anche al bar o per strada con il visore indossato e acceso?

Stiamo capendo che i possibili usi ci sono, ma non sono quelli di un prodotto commerciale per il largo consumo. È per mercati verticali, per nicchie diverse. Ingegneri che collaborano a progetti 3D.

Lavoratori della conoscenza che utilizzano spazi virtuali per avere la comodità di ampie superfici digitali dove scrivere o manipolare informazioni. Executive e team di alto livello di grandi aziende che devono confrontarsi per prendere decisioni importanti senza l’attrito di Zoom.

WWDC23, appuntamento-diretta con Apple oggi 5 Giugno alle 19

Il cliente ideale

Immaginate un programmatore che guadagna 200-300 mila euro all’anno e che può lavorare sostanzialmente da dove vuole, anche in viaggio. Portarsi dietro un MacBook Pro 14 e un Vision Pro vuol dire sbloccare completamente la possibilità di essere produttivi anche in una stanzetta 3×3 metri in pieno centro a Tokyo.

Più difficile immaginare il turista che vaga per Piazza dei Miracoli a Pisa con l’indicazione tridimensionale di dove si trovano le pizzerie o chi ha fatto quello piuttosto che quell’altro tra i monumenti. Apple Visual Pro come strumento “pro” (la parola c’è, in effetti) che però fa da punto di arrivo di una serie di innovazioni e tecnologie di cui si beneficia anche sugli altri prodotti (dai widget interattivi ai gesti, dallo scontorno in tempo reale per portare la presentazione dietro al presentatore ad AirPlay e AirDrop a piena potenza).

Da qualche parte nel Mac di Tim Cook c’è un foglio di calcolo con sopra dei valori: costo di produzione, distribuzione e prezzo di vendita rispetto al numero di pezzi da commercializzare. E una riga rossa: sotto quella riga Apple Vision Pro perde soldi, sopra no. Ecco, secondo noi la riga è abbastanza bassa (non serve venderne milioni per rientrare delle spese vive) ed è solo l’inizio di una scalata.

Basta prima intendersi su un paio di concetti. Il primo è cosa intendiamo quando diciamo “metaverso”: un posto o un modo? E il secondo è cosa capiamo se diciamo “pro”: per tutti o solo per alcuni? Per un po’ di Apple Vision Pro se ne vedranno molto pochi a giro e usati pure male, cioè da persone che vogliono soprattutto far vedere che hanno i soldi per comprarselo. Ma la scommessa di Apple è che i semi lanciati durante il keynote della WWDC attecchiscano in qualcuno degli ecosistemi a cui stanno puntando, e allora vedrete che crescerà un bell’ecosistema.

Tutte le novità dalla WWDC 2023 in questa pagina del nostro sito: i singoli articoli sono raccolti nella sezione WWDC 2023.

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