Da anni Apple si batte in tribunale contro VirnetX, un patent troll che non offre nessun servizio o prodotto e si dedica unicamente a registrare brevetti di tutti i tipi e denunciare altre aziende che li violano con i propri prodotti. L’obiettivo di questi troll è sfruttare le norme del diritto industriale per spingere le aziende a pagare risarcimenti, evitando cause legali lunghe e costose.
Nell’ultima battaglia contro VirnetX, iniziata nel 2010, la Corte di Appello degli Stati Uniti ha dato ragione a Apple.
La schermaglia è iniziata nel 2010, con VirnetX che aveva avviato una controversia legale affermando che la Mela avrebbe violato suoi brevetti con FaceTime, VPN e iMessage. Un tribunale del Texas aveva sanzionato Apple per 368 milioni di dollari nel 2021 per la violazione di un brevetto ma la sentenza era stata ribaltata due anni dopo.
L’ultima novità sulla questione è che la Corte d’Appello per il Circuito Federale ha invalidato due brevetti confermando la precedente decisione del Patent Trial and Appeal Board dell’USPTO (United States Patent and Trademark Office).
A riferirlo è Reuters spiegando che la decisione della Corte d’Appello potrebbe ribaltare la condanna per il pagamento di 502,8 milioni di dollari del 2020.
Spetta ora alla corte del Texas prendere la decisione definitiva alla luce della sentenza della Corte d’appello. Secondo logica, Apple dovrebbe poter ottenere una revisione e non firmare l’assegno da oltre 500 milioni di dollari.
“Se la corte convaliderà la decisione dell’USPTO, avremo un bel problema”, aveva riferito il legale di VirnetX a settembre. “Non credo che arriveremo a una sentenza esecutiva”.
I brevetti sono fondamentali per proteggere la proprietà intellettuale ma, soprattutto negli USA, la legislazione ha vari vuoti legali e molti patent troll ne approfittano (es. brevettando elementi progettuali minori), portando a decidere una giuria e un giudice, un meccanismo con il quale è più probabile che cause anche assurde vengano accolte.