Apple sta sempre più diventando auto-sufficiente per quanto riguarda importanti componenti usati nei suoi smartphone e tablet, e tra i fornitori sudcoreani di componenti in particolare LG e Samsung, scatta l’allarme.
Stando a quanto riportato dal taiwanese Taipei Times, entro la fine dell’anno Apple ha intenzione di cominciare a produrre display micro-LED nelle strutture di Taoyuan (Taiwan), pezzi che saranno usati per l’Apple Watch 3 al posto degli OLED. Il display micro-LED è un componente di nuova generazione che misura solo 5 o 10 micron con il quale è possibile creare dispositivi sottili e leggeri. Apple nel 2014 ha acquisito LuxVue, azienda che si occupa dello sviluppo di display e da tempo sta lavorando alla tecnologia Micro-LED preparandosi alla produzione di massa.
Quando Apple sfrutterà i display Micro-LED sull’Apple Watch 3, sarà un problema per LG Display, azienda che al momento fornisce gli schermi per gli smarwatch della Mela; secondo fonti industriali, quando la Casa di Cupertino userà suoi pannelli per Apple Watch, il giro di affari generato dalla Mela per i suoi partner OLED diminuirà di più di 200 milioni di dollari.
Il danno potenziale per LG è relativamente importante tenendo conto vendite globali di Apple Watch rispetto ad altri dispositivi ma il problema diventerà più rilavante qualora Apple dovesse decidere di usare i micro-LED anche sugli smartphone.
Sul cosiddetto iPhone 8 che Apple presenterà prima della fine dell’anno, da tempo si vocifera l’adozione di display OLED, oggi forniti da Samsung, ma dopo i test sugli Apple Watch potrebbe passare ai micro-LED. Ma anche così non fosse ed Apple restasse agli OLED per l’iPhone 9, Apple secondo il giornale taiwanese avrebbe intenzione di usare i pannelli OLED prodotti dalla cinese BOE e altri accordi sono in corso con China Star Optoelectronics (azienda che all’inizio di questo mese ha annunciato una linea di produzione per display LTPS-AMOLED). Se la Mela rinunciasse in qualche modo totalmente a Samsung il problema per l’azienda coreana l’ammanco nel fatturato arriverebbe a circa 800 milioni di dollari l’anno.
Anche fornitori coreani quali Samsung Electronics e SK Hynix che producono DRAM e memorie NAND sono in allarme: Apple collabora con Foxconn per mettere le mani sulla divisione semiconduttori di Toshiba. I cinesi, grazie anche ad Apple, hanno offerto sul tavolo 26.27 miliardi di dollari, una mossa che potrebbe consentire di avere una catena di approvvigionamento stabile rafforzando la competitività di prezzo grazie a beni prodotti internamente e abbandononando fornitori terzi.
Sarebbe sempre un problema dei coreani, in particolare LG Innotek, la voce secondo cui la Mela vorrebbe portare in casa e usare sue componenti per le fotocamere o dipendere da più aziende esterne. La divisione di LG è in gran parte dipendente da Apple: il 70% dei moduli fotocamera che produce questa azienda, finiscono negli iPhone e iPad. Le vendite di componenti prodotti in Corea del Sud e acquistati da Apple si stima ammontino a 2.63 miliardi di dollari l’anno, un prosperoso mercato al quale nel giro di due/tre i sudcoreani potrebbe dire addio, colpiti dall’agguerritissima concorrenza cinese nel settore dei semiconduttori e dei display.
Non riguarda la Corea, ma resta un problema per aziende di terze parti la voce secondo cui Apple ha intenzione di progettare internamente anche i circuiti di gestione alimentazione di iPhone, indiscrezione che ha fatto crollare la quotazione di Dialog Semiconductor, multinazionale tedesco-statunitense che da anni fornisce queste componenti a Cupertino. Altro tassello che evidenzia la sempre maggiore voglia di autonomia da parte di Apple è la decisione di produrre in proprio le GPU senza servirsi più di Imagination Technologies.