Apple ha confermato alla Raidió Teilifís Éireann (RTE, l’emittente di teleradiodifussione pubblica dell’Irlanda) che l’azienda sta collaborando con l’Health Service Executive (direzione dei servizi sanitari) irlandese per un caso di rosolia identificato nel campus aziendale di Hollyhill, a Cork, dove si trovano migliaia di dipendenti.
Si tratta del primo caso di rosolia identificato nella nazione in oltre un decennio. L’HSE riferisce che sono stati intraprese tutte le misure precauzionali per allertare le persone che potrebbero essere state in contatto con il paziente al quale è stata diagnosticata la malattia infettiva.
L’HSE ha riferito di essere stata informata del problema “nelle ultime settimane”. I dirigenti dell’azienda non hanno ad ogni modo voluto rilasciare commenti specifici sul caso e indicazioni sull’identità della persona contagiata. Il caso è venuto alla luce alla fine dello scorso mese. RTE News riferisce di avere parlato con una fonte tra i dipendenti riferendo preoccupazioni per le misure che saranno adottate nella struttura dopo che lo staff è stato informato del problema.
In una mail inviata allo staff del campus di Hollyhill, Apple spiega: “La salute e il benessere dei nostri dipendenti è la nostra priorità principale e vogliamo assicurare che tutti i membri del team locale siano al corrente della situazione e conoscano le risorse a loro disposizione”. Ancora: “La possibilità di contrarre la rosolia è bassa e nella maggiorparte dei casi i sintomi lievi”. Si consiglia alle donne in gravidanze di effettuare controlli; negli infanti ha solitamente un decorso benigno; ma quando una donna non immunizzata viene contagiata, può sviluppare la sindrome da rosolia congenita, che può portare al ‘aborto in alcuni casi e produrre invalidità gravi e permanenti nel bambino.
La rosolia è esantematica (provoca una tipica eruzione cutanea accompagnata da una serie di altri sintomi, come: febbre, malessere) e contagiosa. Insieme al morbillo, varicella, pertosse, parotite, è una delle infezioni più comuni che insorgono in età pediatrica. Si configura il più delle volte come una malattia dell’infanzia di lieve entità e con decorso benigno. Una volta contratta, la malattia conferisce un’immunizzazione definitiva che riduce drasticamente il rischio di nuovi contagi, come avviene anche con morbillo, parotite e varicella. Al pari di queste ultime, la rosolia ha un’infettività tale da rientrare nella classe dei cosiddetti “morbi epidemici”. Pima dell’introduzione dei vaccini, si stima che almeno l’80% delle persone venissero infettate entro i 20 anni di età.
Non vi sono terapie specifiche per la rosolia, che solitamente richiede solo cure sintomatologiche. Al fine di prevenire le gravi forme di sindrome da rosolia congenita, che può comportare severe invalidità permanenti, è fondamentale il vaccino per tutte le donne che superano la pubertà senza aver contratto la malattia.
In Irlanda (come in Italia), la rosolia è una malattia a notifica obbligatoria: il medico che sospetta un caso di rosolia deve notificare il sospetto alla Asl di riferimento, via telefono, fax o email, entro 12 ore dal sospetto.