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Per l’UE iPhone e iPad sono ancora troppo chiusi

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Non è mistero della serie di raccomandazioni che l’Europa ha rivolto ad Apple per aumentare l’interoperabilità dei sistemi operativi iOS e iPadOS con dispositivi di terze parti. Si tratta di procedimenti avviati nei mesi scorsi a seguito del Digital Markets Act, che hanno sollevato preoccupazioni da parte del colosso di Cupertino riguardo alla tutela della privacy degli utenti, ma che hanno condotto la Mela ad apportare diverse modifiche sostanziali ai propri sistemi operativi.

Lo scorso mercoledì, la Commissione Europea ha presentato ad Apple una bozza di raccomandazioni che propone modifiche per aumentare la compatibilità di iOS con dispositivi di terze parti come smartwatch, auricolari e cuffie. Le misure includono anche una maggiore trasparenza nella comunicazione con gli sviluppatori che richiedono interoperabilità per iOS e iPadOS, comprese spiegazioni più chiare sulle funzionalità interne e sui motivi di eventuali rifiuti.

Tra le modifiche proposte, la Commissione suggerisce miglioramenti nelle funzioni di interattività, come lo switch automatico dell’audio tra dispositivi, l’attività in background per mantenere connessioni Bluetooth e di rete, e le notifiche. Questi cambiamenti potrebbero risolvere problemi storici segnalati dagli utenti iPhone, come l’impossibilità di rispondere rapidamente ai messaggi tramite smartwatch di terze parti.

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Foto di François Genon su Unsplash

Inoltre, l’UE propone di migliorare l’interoperabilità dei dati di iOS in strumenti come Airdrop, Airplay, il casting di contenuti multimediali, la condivisione Wi-Fi e i trasferimenti di file a breve distanza. Sono state anche suggerite misure per configurare dispositivi tramite pairing basato sulla prossimità e connessioni Wi-Fi automatiche.

Le obiezioni di Apple

Naturalmente, non mancano le obiezioni di Apple, che ha espresso preoccupazioni sulle imposizioni riguardo all’interoperabilità. In un documento pubblicato poco dopo l’annuncio della Commissione Europea, Apple ha criticato alcune aziende, come Meta, accusandole di essere “affamate di dati” e di voler accedere ai propri strumenti software in modo eccessivo.

Meta ha già presentato 15 richieste, con il numero in crescita, per ottenere un accesso potenzialmente ampio all’ecosistema tecnologico di Apple. Se tali richieste fossero accolte, spiega Apple, verrebbero compromesse le protezioni dei dati personali degli utenti:

Se fossimo obbligati a consentire l’accesso a tecnologie sensibili senza poter garantire adeguata protezione, i rischi per la sicurezza sarebbero enormi e praticamente impossibili da mitigare

Apple non ha specificato quali proposte del DMA reputa particolarmente problematiche, ma ha definito l’intero pacchetto di raccomandazioni una minaccia per la privacy degli utenti. Meta, dal canto suo, ha risposto alle accuse sostenendo che Apple stia adottando un comportamento anticoncorrenziale:

Ogni volta che Apple viene accusata di comportamenti anticoncorrenziali, si difende usando argomentazioni legate alla privacy che non hanno alcun fondamento nella realtà

I prossimi passi dell’UE per Apple

La Commissione Europea ha fissato al 9 gennaio 2025 il termine per ricevere feedback dalle aziende interessate all’interoperabilità con i sistemi Apple. Le raccomandazioni attuali potrebbero essere modificate in base alle osservazioni ricevute, ma le misure definitive e legalmente vincolanti per Apple saranno finalizzate entro marzo 2025.

Le sanzioni per chi non si adatta alle normative europee sono ormai chiare: l’UE potrebbe avviare un’indagine formale il prossimo anno su Apple e infliggere multe fino al 10% del fatturato globale annuale.


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