I risultati fiscali, le statistiche di vendita e le scelte per il display dei prodotti nei punti vendita e persino le parole di Tim Cook hanno segnato in queste ultime settimane l’accantonamento di iPod, nelle sue varie versioni come prodotto di punta della strategia commerciale di Apple relegandolo ad un ruolo marginale nell’offerta di Cupertino.
E’ abbastanza semplice capire perchè questo è accaduto: da una parte le funzionalità musicali dei lettori Apple sono state inglobate negli altri prodotti come iPhone e iPad che hanno appeal maggiore, dall’altra chi aveva un budget da spendere per un lettore digitale con schermo touch ha preferito acquistare un telefono economico della concorrenza ormai senza problemi di software accessorio e ovviamente con le funzionalità in più che uno smartphone permette.
Si tratta ovviamente di una evoluzione del mercato ma anche Apple, a parere di chi scrive, ci ha messo del suo per affossare iPod soprattutto nella politica dei prezzi che ha riservato alla quinta generazione di iPod touch introdotto sul mercato con una soglia di prezzo elevatissima per il mercato che doveva approcciare, quello dei ragazzini per cui doveva sostituire una console portatile e a cui i genitori non vogliono regalare un cellulare, quello gli appassionati di musica che hanno già un telefono magari obsoleto a cui non vogliono rinunciare, quelli a cui serve uno strumento di lavoro touch senza la parte telefonica per gestire ordini ai ristoranti, per comandare un impianto domotico etc..
Il prezzo elevato di un iPod da 32 GB di quinta generazione è stato secondo noi il principale freno alle vendite: già il solo iPad mini prima del recente ribasso di prezzo era un temibile concorrente ma in questi ultimi mesi la varietà di offerte sugli smartphone e i tablet economici della concorrenza riforniti da un play store Google sempre più ricco e di servizi di acquisto musica online e pure streaming online hanno bruciato gran parte della attrattività di iPod touch. E neanche il tardivo rilascio del modello da 16 GB senza fotocamera sul retro poteva salvare un prodotto ormai trascurato.
La residualità di iPod touch ha un effetto negativo secondario su un aspetto importante e fin troppo trascurato da Apple in questi ultimi tempi: quello della fidelizzazione di nuovi utenti e del legame all’iTunes Store / App Store. E’ un dato di fatto che iPod per la musica e iPhone con pochi concorrenti sul piano dell’offerta software hanno catalizzato l’attenzione degli utenti verso il negozio delle applicazioni di Apple e iPod touch, rappresentando uno degli strumenti di ingresso al mondo delle applicazioni per i dispositivi con la mela è stato la via più semplice per trasferire gli acquisti dellle app su un nuovo iPhone una volta cresciute le esigenze e l’età dell’utente.
Oggi però con la miriade di dispositivi basati su android il fattore “premium” rappresentato dall’acquisto/possesso di applicazioni sullo store di Google ha di fatto ribaltato il vantaggio su questo aspetto che non è indifferente per chi ha creato o vuole crearsi un piccolo patrimonio di contenuti digitali.
La risposta a questo problema che è venuto maturando man man che il differenziale di prezzo tra i prodotti di Apple e quelli della concorrenza è cresciuto (sia per la crescente offerta di prodotti a basso costo sia per le aggressive politiche di vendita di Samsung che per smaltire i suoi ingenti magazzini offre alcune volte due dispositivi al prezzo di uno) è, come in origine, quella di avere sul mercato un dispositivo ad un costo relativamente basso (o paragonabile con quello della concorrenza), compatibile con tutte le piattaforme tradizionali (ovviamente non Android) e in grado di entrare nelle case di tutti. Se cerchiamo un prodotto del genere con una buona attrattività e il prezzo giusto in questo momento lo troviamo in Apple TV e non solo in una futuribile versione “console” con sensore 3D ma anche nella versione attuale magari potenziata con un intelligente aggiornamento firmware.
Apple TV costa oggi 110 Euro, un prezzo basso in assoluto se si considera la sua utilità e versatilità per chi possiede un dispositivo che utilizza Airplay (iPad, iPhone, Mac, PC con iTunes), per chi vuole ascoltare musica già acquistata o convertita dal proprio computer ma soprattutto la possibilità, con una buona connessione ADSL, di gustarsi un film a noleggio (spesso con ottime offerte da 0,99 centesimi) senza pagare alcun canone e a prezzi interessanti. Al di là dei comodi impieghi attuali (nodo di sistemi audio e video multiroom, sistema di proiezione video senza fili) che non hanno pari per affidabilità e comodità altri benefici potrebbero arrivare da un aggiornamento che permettesse, seppure negli stretti 8 GB di memoria, di lanciare direttamente applicazioni per giochi in famiglia, di interazione magari mutuati da quelli di iPhone e iPod touch che hanno rapporto di schermi simili a quelli dello schermo televisivo ed una risoluzione ancora gestibile dal processore attuale di Apple TV. Un altro fronte di un eventuale aggiornamento potrebbe essere la funzionalità di trasmissione diretta airplay che oggi fa comunque ponte su un router mentre era possibile nella primissima versione del dispositivo, quella con hard disk a bordo.
Apple ha inserito interessanti novità con gli ultimi aggiornamenti: accesso a nuove sorgenti per video e podcast, possibilità di riproduzione su altri dispositivi Airplay, accesso diretto sul web alle proprie librerie iTunes match…
Una Apple TV allo stesso prezzo ma potenziata nelle capacità di acquisto con accesso anche allo store delle applicazioni sarebbe un ottimo sistema per catturare nuovi clienti con basso potere d’acquisto iniziale e fidelizzarli all’ecosistema della mela con un effetto halo che abbiamo già visto in passato con iPod verso iPhone e che come detto sta scemando per la marginalizzazione del lettore digitale.
L’effetto sarebbe ovviamente amplificato da una versione “top” di Apple TV (uscita per 4K con HDMI 2.0, più memoria a bordo, un processore più veloce per gestire giochi più potenti e persino un sensore di movimento 3D in stile kinect) ma Cupertino non dovrebbe commettere lo stesso sbaglio di iPod touch 5G: dovrebbe mantenere basso il prezzo di ingresso del nuovo dispositivo per fare crescere sia gli utenti diretti del suo Store che quelli interessati un domani ad usare il patrimonio digitale acquisito su nuovi dispositivi da usare in mobilità. Apple sta lanciando qualche interessante segnale almeno nel porre in risalto Apple TV nella sua offerta per lo store online: vediamo se è anche questo un modo per far crescere un dispositivo che potrebbe essere fondamentale per l’evoluzione del negozio delle App.