Apple torna a pensare ad un servizio in abbonamento per la musica iTunes? L’indiscrezione rimbalza dal tabloid New York Post, una testata che ha un approccio molto aggressivo all’informazione ma che in alcuni casi ha dimostrato di avere buone fonti quanto si tratta di Apple e del suo business.
Secondo il NY Post il capo del gruppo che fa riferimento allo store musicale, Eddie Cue, nei giorni scorsi avrebbe riportato in auge l’ipotesi di un servizio non a consumo, come quello attuale, ma a canone mensile in una serie di contatti avviati con le case discografiche; la scelta sarebbe frutto di alcune considerazioni di carattere commerciale tra cui un appiattimento delle vendite dei singoli, in stagnazione rispetto allo scorso anno. Un secondo elemento deriverebbe dall’ingresso sul mercato americano di Spotify, un servizio di streaming gratuito e supportato da spot pubblicitari, di musica che dovrebbe essere parte, dice il NY Post, della piattaforma Windows Phone 7. Apple, secondo alcune fonti, sta cercado di contrastare l’ingresso negli USA di Spotify, ma il tentativo (supportato anche da altre realtà che operano nel campo del business musicale) non è detto che vada a buon fine a quel punto un servizio in abbonamento per iTunes potrebbe essere un buon sistema per contrastare la concorrenza.
Secondo il giornale, Apple starebbe considerando abbonamenti da 10 a 15 dollari al mese anche se non è chiaro quante siano le canzoni incluse in ciascuna delle varie fasce di prezzo. Le case discografiche non sarebbero, a loro volta, contrarie pregiudizialmente al piano di Apple ma vorrebbero discutere dei dettagli prima di dare il loro OK.
Come accennato in apertura l’ipotesi di un servizio in abbonamento per iTunes è antichissima al punto che se ne parla da almeno cinque anni e questo senza che se ne sia mai fatto nulla, ciò mentre servizi in abbonamento nascevano e morivano in rapida sequenza. Pubblicamente, da parte sua, Apple ha sempre negato di essere interessata a questo tipo di servizio; lo stesso Jobs ha avuto modo di dichiarare in passato che «la gente vuole possedere la musica e non averla solo in uso», riferendosi a quei concorrenti che concedevano di ascoltare tutto quel che si desidera fin tanto che l’abbonamento è attivo. Va anche detto che, in ogni caso, lo stesso Jobs ha sempre chiuso le considerazioni in merito con frasi possibiliste, lasciando intendere che se le condizioni del mercato dovessero cambiare, cambierebbe anche la posizione di Apple.
Se le voci del NY Post sono vere, però, tra i fattori che diversificano la posizione rispetto al passato ci potrebbe essere l’offerta in abbonamento di canzoni che una volta scaricate restano per sempre nel computer dell’utente; in più va tenuto in considerazione il piano per il servizio cloud che Apple starebbe preparando sulla scorta del grande centro dati costruito on North Carolina che potrebbe essere parte della strategia per un iTunes store in abbonamento.