Apple riesce a tenere sotto controllo il grande potere di Google all’interno del World Wide Web Consortium, siglato W3C, l’organizzazione che decide tutte le tecnologie e gli standard di Internet. Tutte le società che lo desiderano possono entrare e farne parte e, almeno sulla carata, tutti i membri hanno lo stesso potere grazie a votazioni che attribuiscono un solo per voto per ciascun membro.
In realtà però il potere effettivo dei membri su proposte e decisioni risulta molto diverso in pratica, questo perché dipende anche dalla quantità di personale, tempo e risorse che ciascuna società può assegnare ai vari progetti e qui Google primeggia su tutti. Secondo il report di Business insider Google supera di 10 a uno le persone assegnate ai vari gruppi che studiano e sviluppano gli standard per Internet.
Ciò nonostante Apple riesce in qualche modo a tenere sotto controllo lo strapotere di Google in questa organizzazione chiave per il mondo della tecnologia e di Internet. Viene riportato l’esempio dell’approvazione del Bluetooth Web API, tecnologia che permette alle web app di controllare i dispositivi Bluetooth locali dell’utente, una funzione pratica e utile per diversi possibili campi di impiego, ma che potrebbe sollevare numerose preoccupazioni sulla privacy, perché permette di fatto il tracciamento della posizione dell’utente in tempo reale.
Questa tecnologia è stata implementata nei browser Google Chrome e anche in Microsoft Edge, ma Apple si è rifiutata di farlo e non l’ha integrata nel motore WebKit di Safari, definendola «Spaventosa». Per forzarne l’adozione Google avrebbe potuto approvarlo come tecnologia standard del web, ma Apple si è opposta.
Anche Peter Snyder, responsabile privacy di Brave, descrive bene la situazione «Anche se Safari non è Chrome, è grande ed è importante e, per molte ragioni, i siti devono funzionare in Safari». Il dirigente spiega inoltre che un eventuale rifiuto di Apple rappresenta un forte deterrente per tutti gli altri membri della W3C per l’adozione di standard e tecnologie proposti o sostenuti da Google.
Lo strapotere di Google sulla W3C emerge anche da una lettera di un consorzio di società pubblicitarie in cui il nome di Big G non viene mai menzionato, ma nel documento di evidenzia il maggior potere delle società che possono dedicare ingenti risorse, tempo e personale, per poter gestire l’enorme complessità di tutti i gruppi di lavoro, documentazione tecnica e processi all’interno del World Wide Web Consortium. Per questa ragione il controllo di Apple su Google in questa sede rappresenta una ottima notizia anche per chi non usa dispositivi Apple.
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