Apple comincerà a richiedere per i dipendenti che lavorano nei suoi negozi al dettaglio o negli uffici, i test negativi per Covid-19.
La nuova policy entrerà in vigore a partire dal prossimo mese. Lo riferisce il sito 9to5Mac, spiegando che l’azienda non ha ancora reso obbligatario il vaccino per il personale, una decisione in netto contrasto rispetto a quanto previsto da altre aziende del mondo IT (benché Apple abbia a che fare con tutta una serie di dipendenti nei negozi al dettaglio, problema che non riguarda aziende come Facebook o Google). La frequenza di test richiesti sarà ad ogni modo maggiore rispetto a prima per coloro che non sono vaccinati.
Apple in precedenza aveva sperato nel ritorno in ufficio dei dipendenti aziendali per questo autunno, con il personale al lavoro in ufficio almeno tre giorni a settimana; tuttavia, con l’aumento dell’incidenza dei contagi e della variante Delta – e conseguenti lamentele dei dipendenti per più accomodanti provvedimenti in tema di smart working.
Pochi mesi addietro da una ricerca interna di Apple era emerso che il 90% dei dipendenti era contrario al ritorno in presenza almeno tre giorni a settimana, un problema che riguarda anche altre aziende, con la diminuzione della flessibilità del posto di lavoro che è sempre più un problema serio per chi deve lavorare in sede, al punto che in tanto sarebbero persino disposti a lasciare il posto.
Il CEO di Apple, Tim Cook, e Deirdre O’Brien, Senior Vice President responsabile People e Retail, avevano spiegato in un video che «la collaborazione interpersonale è essenziale per la nostra cultura e il nostro futuro», un filmato che non era piaciuto ad alcuni dipendenti, accusando i dirigenti di non aver ascoltato le loro richieste.
In Italia e per i dipendenti italiani vale ovviamente quanto previsto dal nostro governo con l’introduzione dell’obbligo del Green Pass. I lavoratori non vaccinati devono in alternativa presentare un risultato negativo e recente di un tampone o un certificato di guarigione dalla COVID-19.
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