Lo scontro a distanza tra USA e Cina sull’indipendenza di Taiwan pone un problema non da poco per Apple (e non solo), fortemente dipendente dalla taiwanese TSMC per tutti i chip usati nei più recenti computer, smartphone e tablet.
Apple è l’azienda che rischia maggiormente da questa crisi anche se potenziali rischi sono all’orizzonte non solo per la multinazionale di Cupertino, ma per l’intero settore IT, con TSMC che vanta collaborazioni e contratti di produzione con nomi quali Qualcomm, Altera, Broadcom, Conexant, Marvell, AMD, NVIDIA, VIA e molti altri ancora.
Il Presidente di TSMC, Mark Liu, ha recentemente sottolineato che ulteriori tensioni a Taiwan potrebbero generare problemi non di poco conto, evidenziando complessità nella catena di approvvigionamento del settore tecnologico per la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo.
«Si tratta di un complesso impianto di produzione, dipendente da legami in tempo reale con il mondo esterno, con l’Europa, il Giappone e gli Stati Uniti, per materiali che variano dai prodotti chimici, alle parti di ricambio, ai software di progettazione specialistici, agli strumenti diagnostici» ha dichiarato Liu alla CNN.
La dipendenza di Apple dalla Cina è diventata palese con i lockdown nel Paese del Dragone che hanno reso impossibile incrementare la produzione di iPad e Mac per soddisfare la domanda. Durante le ultime presentazioni dei risultati finanziari i dirigenti di Cupertino, trimestre dopo trimestre, hanno evidenziato l’impossibilità di soddisfare la domanda.
Apple deve incrociare le dita e sperare che le relazioni tra USA, Cina e Taiwan non peggiorino ulteriormente: un evento del genere sarebbe devastante per la fabbricazione dei prodotti e creerebbe una turbolenza sui mercati senza precedenti. Christopher Wray, direttore dell’FBI, ha recentemente ammonito che un conflitto tra le due nazioni comporterebbe un blocco senza precedenti per varie attività, qualcosa che il mondo non ha mai visto prima.
Apple da parte sua sta cercando di fare il possibile con catene di approvvigionamento più diversificate e resilienti, ma è un percorso che sembra tutto in salita. Secondo il sito Digitimes, l’intenzione è di creare stabilimenti in Vietnam, diversificando – per quello che è possibile – la produzione in più fabbriche. Di poche ore fa la notizia che per la prima volta un terminale della nuova gamma iPhone 14 sarà prodotto in parte in India fin dal lancio.
TSMC dovrebbe aprire uno stabilimento produttivo da 12 miliardi di dollari in Arizona, ma questo non sarà operativo prima di un anno. Ma anche quando lo sarà, Apple non potrà fare a meno della Cina per l’assenza di coders e ingegneri in grado di operare, gestire, programmare le apparecchiature che si usano nelle fab dei chip. Un partner storico di Apple come Pegatron ha previsto la creazione di nuovi stabilimenti in Messico, ma anche questi non saranno pronti prima della fine del 2023.
Apple ha in cantiere non solo nuovi Mac, iPhone e iPad che richiedono chip che solo TSMC è in grado di creare, ma anche un nuovo prodotto, come il visore AR/VR di cui si parla da tempo e che non potrà ovviamente presentare se non sarà in grado di avere chip a sufficienza per produrre in serie il prodotto.
Intanto le autorità cinesi hanno comunicato ai dirigenti taiwanesi e ai sostenitori occidentali che le relazioni con la Cina stanno seguendo un andamento inaccettabile, lasciando intendere che, qualora questo non dovesse cambiare, l’unica risposta possibile per la Cina è l’escalation militare e tutto ciò che questo comporta.
Sia gli USA che l’Europa stanno investendo per creare fabbriche di chip e processori: Intel è in trattative con l’Italia per un investimento di 4,5 miliardi di euro per due fabbriche di assemblaggio e packaging.