Lo scorso cinque febbraio si sono aperte le iscrizioni alla Swift Student Challenge di Apple, a cui si possono partecipare studenti di tutto il mondo, Italia inclsua. Si tratta della sfida alla creatività di studentesse e studenti che possono dimostrare quale siano non solo le loro abilità nell’uso del linguaggio di programmazione di Apple, ma anche quali sono le loro idee matte, folli, alternative, inedite, assolutamente imprescindibili, dopo che sono state presentate.
Come abbiamo scritto qui, Apple accetta da qualche giorno le proposte avanzate dagli studenti di tutto il mondo, Italia compresa, basate su Swift Playgrounds. C’è tempo sino a fine febbraio per inviare i progetti (qui i dettagli) e i 350 vincitori e vincitrici totali, tra i quali 50 saranno premiati come Distinguished Winners, l’estate prossima saranno invitati presso la sede Apple a Cupertino, in California, per conoscersi e incontrare il team Apple.
Ogni vincitore o vincitrice riceverà l’iscrizione per un anno all’Apple Developer Program, che permette di inviare app all’App Store e ricevere assistenza da Apple.
Perché è importante
Partecipare a questa challenge (che è un concetto diverso da quello tradizionale di gara) è importante per tanti motivi. Certamente lo è per chi si iscrive, perché ha la possibilità di mettersi alla prova in un ambiente che, a differenza ad esempio dei concorsi ed esami della pubblica amministrazione o delle grandi aziende tradizionali, è completamente orientato alla sfida dei contenuti e non alla burocrazia o alla complessità del percorso di accreditamento.
Ma non c’è solo questo. L’idea di fondo è che questo tipo di manifestazione serva a costruire le basi di una cultura informatica della quale nel mondo c’è un enorme bisogno e in Italia in particolare. Da noi si sconta una tradizione plurisecolare di educazione a prevalenza umanistica. Fondamentale, benintenso, ma non può essere l’unica e soprattutto non si può stabilire una gerarchia artificiale dell’umanista rispetto a tecnico e viceversa, del tecnico rispetto all’umanista. Swift e l’approccio di Apple infatti fanno proprio questo.
La fantasia al potere
Se c’è una cosa che Apple ci ha insegnato in questi anni è che l’azienda valuta moltissimo il concetto legato alla creatività. Che richiede competenze tecniche, certo, ma anche umanistiche, culturali, psicologiche, letterarie. Non si diventa creativi nel mondo digitale se si ama solo la matematica. Certo, serve, ma c’è anche altro. E gli sviluppatori di Apple, così come i suoi dirigenti, lo sanno. Basta vedere le loro storie e soprattutto i loro prodotti.
Per questo motivo la Challenge di Apple è fondamentale per aiutarci a mettere la testa fuori dal limite che la vecchia impostazione ci ha dato tanti talenti letterari e tanti scienziati “a macchia di leopardo” ma poco, pochissimo dal punto di vista della crescita industriale del sistema paese nel mondo digitale.Per questo sarebbe fondamentale non solo riconoscere il merito di questo tipo di esperienze multidisciplinari, ma sperare e spingere soprattutto perché se ne facciano anche molte altre. Speriamo.
Tutte le immagini di questo articolo sono di Apple. Per gli articoli che trattano di Apple e scuola sono disponibili in questa pagina di macitynet.