Un gruppo di quattro realtà legate alle industrie hi-tech, in rappresentanza di aziende quali Apple, Amazon, Microsoft e Google, ha pubblicato una lettera aperta per manifestare dissenso verso il disegno di legge dei senatori statunitensi Richard Burr e Dianne Feinstein che consentirebbe agli organi governativi di obbligare le aziende del mondo IT a integrare funzi per bypassare la cifratura dei dispositivi.
Nella lettera si esprime “profonda preoccupazione sulle ben intenzionate ma in ultima analisi impraticabili policy” citate nella proposta di legge, opponendo “azioni che creerebbero vulnerabilità nella sicurezza imposte dal governo”. La lettera è firmata dal Reform Government Surveillance (RGS, un gruppo che si occupa di promuovere una riforma delle leggi che regolano la sorveglianza dei cittadini, dalla Computer and Communications Industry Association, dalla Internet Infrastructure Coalition e dall’Entertainment Software Association.
I gruppi spiegano di “rispondere celermente” alle richieste legali e per i casi di emergenza nei quali sono interpellati dal governo e che le funzionalità di forte cifratura permettono di proteggere potenziali minacce che arrivano dai criminali ma anche dai governi. Funzionalità di decifratura obbligatoria, costringerebbero prima di tutto a “obbligare le aziende a dare priorità agli accessi voluti dai governi”, obbligando queste a integrare funzioni di cifratura deboli che in altre parole potrebbero essere usate da hacker e malintenzionati.
Nella lettera si avverte anche che funzionalità di decifratura obbligatoria potrebbero essere richieste anche da altri governi e che gli americani potrebbero semplicemente scegliere i dispositivi prodotti in altre nazioni se dovessero avere l’impressione che aziende quali Apple o Google non siano più in grado di garantire loro sicurezza.
Il disegno di legge noto come “Burr-Feinstein” è stato presentato la scorsa settimana ed è stato più volte criticato già nella fase di bozza giacché obbligherebbe le aziende a collaborare con le richieste del dipartimento di Giustizia.