I tribunali non devono avere voce in capitolo, il caso di San Bernardino e il nostro futuro dev’essere deciso dal Congresso. Questo il sunto di quanto chiederà Apple al giudice federale entro venerdì 26 febbraio, termine ultimo per tirare le somme sulle vicende che vedono Apple obbligata a collaborare col governo nell’implementazione di sistema per dare accesso ad un iPhone bloccato e che era in possesso del terrorista protagonista della strage, tramite un aggiornamento software.
Il desiderio di spostare il contenzioso tra diritto alla privacy ed interessi relativi alla sicurezza nazionale al Congresso è legato alla maggiore influenza che Apple ha su quest’ultimo, per il quale avrebbe speso 5 milioni di dollari in operazioni di lobby – per lo più per questioni fiscali e diritti d’autore – solo lo scorso anno.
Dall’altra parte, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest insiste sul fatto che il magistrato ha già dimostrato di essere dalla loro parte, quindi a favore dell’applicazione della legge All Writs Act del 1789 secondo la quale le aziende sono obbligate a collaborare con le forze dell’ordine nelle indagini. «Lasciar gestire queste cose complicate al Congresso non è certo la strada più rapida per ottenere una risposta alla questione» ha infine commentato Earnest, evidenziando il suo disappunto sull’eventualità di tenere il tribunale fuori dai giochi.