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Apple studia l’uso di AirPods per monitorare la frequenza respiratoria

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Apple sta studiando nuove funzionalità legate alla salute utilizzando le AirPods per monitorare il ritmo respiratorio.

Lo riferisce il sito MyHealthyApple che per primo ha individuato un documento (PDF) sul sito Apple dedicato alle ricerche sul Machine Learning.  In un documento di ricerca sul sito in questione si fa riferimento a un sistema per monitorare la frequenza respiratoria sotto sforzo di una persona sana elaborando dati audio ottenuti da AirPods.

Apple ritiene che la facilità di implementazione di questo sistema, oltretutto “esteticamente accettabile” e relativamente abbordabile, potrebbe essere un incentivo per consentire agli utenti di stimare la frequenza respiratoria e tenere traccia di esercizi cardio-respiratori.

Nel documento della Casa di Cupertino non si fa riferimento a specifici AirPods ma da quello che sembra di capire, l’audio intercettato dai microfoni può essere sfruttato per comunicare con un sistema di apprendimento di modelli di reti neurali con l’obiettivo di distinguere respirazione normale e affannosa. La frequenza respiratoria viene stimata rilevando pattern sonori.

“Sebbene sensori quali termistori, trasduttori estensimetrici e acustici siano in grado di fornire stime più accurate sull’andamento respiratorio di una persona, questi sono intrusivi e potrebbero non essere  confortevoli nell’uso quotidiano”, spiega Apple. “Di contro, le cuffie indossabili sono relativamente economiche, accessibili, comode ed esteticamente accettabili”.

Le presunte foto dei nuovi AirPods 3

Lo studio di Apple si è concentrato sulla valutazione del ritmo respiratorio durante l’attività fisica, spiegando ad ogni modo che simili meccanismi di stima possono essere usati anche in scenari clinici per documentare sintomi legati alla mancanza di respiro o dispnea. La respirazione sotto sforzo è spesso usata negli studi medici per diagnosticare asma o broncoostruzioni ed è indicatacome  un “solido e indipendente fattore predittivo della mortalità”.

Nel raccogliere i dati, Apple ha chiesto ai partecipanti alla sperimentazione di registrare una serie di clip audio prima, durante e dopo gli esercizi. Nello studio sono stati incluse anche le misurazione della frequenza cardiaca ottenute con Apple Watch.

I dati sono stati elaborati e analizzati con l’aiuto di una rete neurale convoluzionale permettendo di denotare variazioni nella frequenza respiratoria. La procedura prevede meccanismi in grado di mitigare problemi causati da rumori di sottofondo. Apple è giunta alla conclusione che il sistema è in grado di ottenere un coefficiente di concordanza correlato (CCC) di 0,76 e un errore quadratico medio (in inglese Mean Squared Error, MSE, la discrepanza quadratica media fra i valori dei dati osservati ed i valori dei dati stimati) di 0,2, elementi ritenuti validi e affidabili per i fini ai quali è pensato il sistema.

Non è chiaro quando Apple offrirà questa funzionalità e se lo farà solo su nuove AirPods. Il monitoraggio della frequenza respiratoria in modo non invasivo potrebbe essere un ulteriore “arma” a favore della Mela con svariate implicazioni non solo nell’ambito dell’attività sportiva ma anche per il settore biomedicale, il monitoraggio dei parametri vitali e il tele-monitoraggi a domicilio.

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