In Russia il FAS, ossia il servizio federale anti monopolio, ha avviato una indagine formale contro Apple per presunta violazione delle leggi antitrust di App Store e sulle restrizioni di Apple che non consentono agli sviluppatori di usare a metodi di pagamento di terze parti al di fuori della piattaforma di Cupertino.
In agosto il FAS ha emesso un avvertimento ad Apple affinché la società “smettesse di violare la legislazione antimonopolio”, dovendo impegnarsi per non impedire agli sviluppatori di dirottare gli utenti a effettuare acquisti in-app al di fuori di App Store, ad esempio sul web. Apple “non ha rispettato l’avvertimento”, secondo il comunicato stampa dell’agenzia, e quindi è stato aperto un caso contro Apple per violazione delle leggi antitrust.
Apple non è estranea ad essere esaminata in Russia e dal FAS: lo scorso aprile, il colosso tecnologico di Cupertino è stato multato di 12 milioni di dollari per aver violato le regole anti monopolio tramite App Store. Solo un mese prima, Apple aveva accettato di soddisfare la richiesta del governo russo di mostrare agli utenti le app approvate dal governo da scaricare durante la configurazione iniziale del dispositivo.
Apple ha già annunciato le misure che intende adottare all’inizio del prossimo anno per allentare le restrizioni dell’App Store. Come parte di un accordo per chiudere una indagine in Giappone, Apple ha annunciato a settembre che avrebbe consentito alle app “reader” di collegarsi a siti web esterni nelle loro app. Questi collegamenti a siti web esterni possono aiutare gli utenti a configurare o gestire un account.
Questa misura, però, sembra essere stata già contestata dagli sviluppatori, perché non la ritengono sufficiente a garantire gli sviluppatori dai comportamenti ritenuti anti concorrenziali.
Ricordiamo che una delle cause madri che ha portato a questi “tumulti” è qulla relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi intentata da Epic. Il processo vero e proprio tra le due società è iniziato il 3 maggio. Già altri importanti protagonisti della scena hanno fatto le proprie mosse collaterali, tra queste Microsoft e Google. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.