«Non è certamente nostra intenzione creare disagi ai clienti, né tanto meno danneggiare l’azienda. Ma abbiamo dovuto scegliere la strada dello sciopero, perché dopo mesi di incontri non abbiamo avuto alcuna risposta alle nostre richieste». Dopo gli slogan ad effetto ed obbiettivamente molto duri (“Noi lavoratori della Mela siamo alla frutta” si legge su uno striscione fuori dal negozio), Giancarlo Desiderati, rappresentante della Flaica – Roma, usa parole più morbide per spiegare le ragioni dello stato di agitazione proclamato per oggi dal suo sindacato all’Apple Store Roma Est, nel giorno di lancio in Italia dell’iPhone 4S. «L’adesione – precisa Desiderati – è di circa il 70% degli addetti del negozio i servizio nel negozio».
Due, in sintesi, i punti centrali della piattaforma proposta dalla Rsu (dove Flaica conta circa per il 95%) ad Apple per la definizione di un contratto integrativo: un adeguamento economico e un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte che riguardano l’organizzazione interna (riorganizzazione delle diverse figure professionali, assunzioni a tempo pieno o parziale, promozioni ecc… ecc…).
«La nostra richiesta è quella di un premio di produzione di 200 euro. I dipendenti sono inquadrati con il contratto del commercio. Ma si tratta di figure professionali che non possono essere paragonate a quelle di un semplice commesso, per l’alto grado di preparazione che hanno grazie ai frequenti corsi di formazione che devono seguire».
Ma quanto guadagna in media un ragazzo in t-shirt blu che ci accoglie quando entriamo nello Store? La retribuzione per un 4° livello nel commercio è di poco più di mille euro (straordinari e lavoro domenicale esclusi). Ma non è possibile conoscere la cifra esatta per i dipendenti della Melamorsicata. «Non gliela posso comunicare – dice il sindacalista -. L’azienda impegna tutti i suoi dipendenti ad un assoluto riserbo sulla questione». Insomma, è difficile capire gli estremi esatti del motivo del contendere, anche se tutte le indiscrezioni (per i motivi di cui parla Desiderati, non facilmente verificabili), il contratto aziendale della Mela morsicata sarebbe comunque migliorativo rispetto a quello nazionale.
Si fa anche cenno a problemi di “dignità” e “sicurezza” nelle trattative, problemi che però sembrano secondari visto, come dice Desiderati «Il problema è che è proprio l’intero settore dell’occupazione nel commercio ad essere in difficoltà. Di recente è stato firmato un nuovo contratto nazionale (tra l’altro senza l’accordo di Cgil ndr.) per molti versi molto penalizzante per gli addetti di questo settore». Quindi sembrerebbe che lo sciopero allo Store di Roma si inserisca in un contesto di tensioni sindacali più complesse anche se «non è solo una questione di compensi – aggiunge Desiderati -. Quello che chiediamo, in sostanza, è che l’azienda ascolti di più i suoi dipendenti. Una richiesta che ci pare legittima, visto i principi ed i valori aziendali sui quali si fonda Apple».