Un tempo Apple aveva creato un team di specialisti che recensivano le applicazioni per decidere quali fossero quelle cui dare evidenza su App Store, ma ora, in tempi di guerra con Google, Cupertino preferisce affidarsi al marketing e ai grandi blockbusters, più che ad esperti che vanno alla ricerca della qualità. Questo quel che emerge da un articolo pubblicato dal Wall Street Journal che spiega le più recenti politiche di Apple e della sua rivale, su quali giochi cui dare evidenza e i metodi di scelta che prescindono da valutazioni di merito e puntano su popolarità e capacità di attirare utenti verso la piattaforma.
Apple e Google, dice il giornale, sono impegnate in una battaglia per il predominio sul mobile e in questa contesa cercano di reclutare gli sviluppatori più popolari, offrendo loro visibilità in cambio di esclusività. Apple ha vinto alcune di queste schermaglie quando ha dato a Electronic Arts e ZeptoLab un posto di grande evidenza per Piante contro Zombie 2 e il sequel di Cut The Rope in cambio di esclusiva per alcuni mesi.
Apple da questo punto di vista sarebbe la più agguerrita. Pur non offrendo soldi in cambio di esclusive, è molto determinata con il suo team di marketing che cerca con questo tipo di operazioni di rendere più appetibile la piattaforma. I giochi, in questo scenario, sarebbero critici perchè il 70% della spesa in applicazioni va in giochi e «i giochi – spiega al Wall Street Journal Patrick Mork, già capo del marketing per l’app store di Google e ora alla guida di una società di sviluppo di videogiochi – mostra anche la potenza di calcolo di un dispositivo». Da parte loro gli sviluppatori sono fortemente tentati dalla prospettiva di una esclusiva. La presenza sulla prima pagina dello store significa vendite anche dieci volte superiori a quelle possibili in assenza di una simile promozione
Nonostante questo sistema di marketing abbia delle ragioni stringenti, l’effetto è quello di restringere la possibilità di successo di chi ha buone idee ma scarsa notorietà. In passato il team interno di Apple si occupava di prendere contatto con i giochi appena rilasciati sullo store e di valutarli e in base al giudizio, di presentarli con grande evidenza sul negozio on line, senza alcuna considerazione di tipo economico come priorità, ma avendo presente solo qualità ed originalità. Questa scala meritocratica se non è sconfitta è certamente intaccata dal fatto che il team editoriale, deve tenere in considerazione quel che gli arriva dal team di marketing, che ragiona su parametri differenti.
Non tutti pensano, però, che questa strategia che coinvolge Apple e Google sia sostanziale nel portare al successo un dispositivo al posto di un altro. Gameloft afferma ad esempio di avere ricevuto offerte in questo senso ma di avere giudicato, dice Gonzague del Vallois, capo del marketing, «priva di senso, almeno per la nostra strategia, questa scelta». Anche Lewis Ward, un analista di IDC crede che l’impatto di queste tattiche abbiano un impatto modesto: «in termini di scelta di un tablet o di uno smartphone, la disponibilità di un gioco non spinge a comprare un dispositivo piuttosto che un altro»