Come abbiamo scritto qui, Apple ha rimosso dall’App Store cinese le VPN, applicazioni che consentono di navigare in sicurezza (criptando il traffico) tipicamente usate dagli utenti per evadere la censura della Cina.
Dall’App Store cinese sono scomparse tutte le app di questo tipo sviluppate da società straniere, sfruttate dagli utenti più smaliziati del paese per aggirare il sistema di filtri internet imposto da Pechino.
Apple ha rilasciato una dichiarazione spiegando, com’è facile immaginare, che la mossa si è resa necessaria per applicare le disposizioni del Ministero dell’industria e tecnologia dell’informazione che dall’inizio di quest’anno obbliga gli sviluppatori di VPN ad avere una specifica autorizzazione da parte del governo.
Le app per le VPN e relativi servizi sono al momento uno dei pochi modi che le persone hanno nel paese per bypassare censure e controlli dello Stato che impediscono la visualizzazione di molti siti web per i loro contenuti o contenuto potenziale. A gennaio il Ministero dell’industria e tecnologia dell’informazione cinese ha reso illegali le VPN; il loro utilizzo è considerato un crimine, anche se alcune tecnologie di queste sono consentite in specifici ambiti aziendali.
Tra le varie aziende che hanno dovuto fare i conti con l’operazione di pulizia voluta dal governo cinese, c’è anche Golden Frog, che produce VyperVpn, un software per la privacy e la sicurezza. Il presidente dell’azienda, Sunday Yokubaitis, parlando con il New York Times aveva ricordato di avere presentato un amicus curiae in favore di Apple nel caso San Bernardino che ha visto contrapposto la Mela all’FBI e per questo Yokubaitis aveva detto di essere rimasto ‘estremamente deluso dal fatto che Apple si era inchinata alle pressioni della Cina affinché rimuovesse le app Vpn senza nemmeno citare una legge o un regolarmente cinese che definisse illegali le stesse app”. E ancora: “Consideriamo l’accesso a internet in Cina un problema di violazione di diritti umani e ci aspettiamo che Apple dia più rilevanza a questo che ai profitti”.