Apple gestisce internamente al dispositivo sia Live Photos che la funzione di Ehi Siri. È questa la risposta che arriva da Apple a coloro che sollevano dubbi sulla tutela della privacy che deriva dalle due novità dei dispositivi che sono in arrivo in questi giorni.
Apple spiega a TechCrunch che le Live Photos sono trattate alla stregua di qualsiasi altra foto o filmato sull’iPhone cifrando sul dispositivo quanto memorizzato; l’unico momento nel quale una Live Photo non è più nel dispositivo è quando l’utente decide di condividerla o la usa su iCloud. In pratica attivando la fotocamera sono memorizzati sempre gli ultimi secondi in seguito effettivamente visibili, cancellando tutto quello che l’utente vede prima dei 1.5 secondi precedenti allo scatto vero e proprio. Live Photos è attivo per default ma può essere ad ogni modo disattivato selezionando l’icona arancione “live” visualizzata tra l’icona HDR e quella del timer.
Per quanto riguarda “Ehi Siri”, anche in questo caso Apple spiega che nulla di quanto l’utente dice è memorizzato fino a quanto la funzione Ehi Siri non è esplicitamente attivata. Questa si attiva solo al verificarsi di due combinazioni: l’utente deve esplicitamente pronunciare la frase “Ehi Siri” e la voce deve corrispondere a quella che viene usata per allenare l’assistente vocale a riconoscere la voce la prima volta. I procedimenti di verifica sono eseguiti direttamente sul dispositivo e nessun audio è inviato dall’iPhone.
Dopo l’attivazione di Ehi Siri, specifici protocolli per la privacy e la sicurezza entrano in azione, similarmente a quanto già accade quanto si usa l’assistente vocale; l’audio è inviato ad Apple e associato al dispositivo usando un identificativo casuale anziché l’Apple ID o altre informazioni personali. L’utente può ovviamente disabilitare in qualsiasi momento Siri cancellando i dati sul dispositivo associati con l’identificare casuale.