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Apple: scontri interni tra designer e dirigenti sull’interfaccia di app e sistemi operativi

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Nell’industria e tra la gente Apple è vista come uno dei principali innovatori in campo hardware e software ma nei corridoi di Cupertino è in corso una battaglia silenziosa all’esterno ma,  a quanto pare, molto rumorosa al’interno sulle scelte di design delle interfacce con due fazioni: quella schierata sull’attuale progetto di comunicazione iconografica e quella che vorrebbe rompere con il passato.

Secondo Fast Company  che fa trapelare gli echi della battaglia, alla base della controversia c’è la scelta  scheuomorfica, un termine che indica l’uso di elementi decorativi non funzionali in un oggetto che ne eveoca un altro per il quale quegli elementi invece erano indispensabili. Nel caso di Apple si riferisce alla volontà di creare un approccio analogico nel digitale. In pratica creare interfacce di applicazioni che richiamano oggetti di uso comune: un taccuino rilegato in pelle per la rubrica indirizzi, un registratore a nastro per i podcast, uno scaffale in legno per gli ebook. Questa modalità era stata voluta e promossa da Steve Jobs che ne era un fiero sostenitore e intorno a sè aveva radunato alcuni “pasdaran” di questa forma di comunicazione visiva, un gruppo che via via a ha preso piede spingendo Apple decisamente su questa strada al punto che oggi si può assistere ad una diffusione larghissima a tutti i livelli, sistemi operativi, applicazioni, persino siti Internet, dello scheumorfismo.

Tra gli esempi più vistosi riportati viene citata l’interfaccia di Game Center, meticolosamente ricreata su volere di Steve Jobs (che per altro aveva richiesto esplicitamente anche le finiture in cuoio cucito della rubrica indirizzi copiando pedissequamente quelle che aveva apprezzato sul suo aereo privato) per riprodurre su schermo legno, panno verde, fiche in plastica e diversi altri elementi di una sala gioco del passato.

Da tempo, secondo quanto si apprende da insiders, molti dei designer delle interfacce Apple dubitano dell’efficacia di questo approccio; nel giudizio dei “nemici” si sarebbe andati ben oltre il lecito, raggiungendo un grado di barocchismo intollerabile. Per giunta molti degli elementi che dovrebbero favorire la comunicazione stanno diventando incomprensibili al grande pubblico. Un esempio potrebbe essere il registratore a nastro che caratterizza l’app per i Podacast. Molti di coloro che usano il programma non sono in grado di leggere il simbolismo perchè non hanno mai usato un simile dispositivo e spesso non ne hanno mai visto uno. Allo stesso modo la “sala giochi” di Game Center rappresenta qualche cosa di non famigliare per un pubblico giovane e in alcuni casi confonde e distrae

calendarioPer questo in Cupertino esiste una corrente che sta cercando di limitare il dominio dello scheumorfismo con la speranza di cambiare definitivamente e radicalmente un sistema di comunicazione considerato ormai vecchio e superato oltre che involuto. Tra coloro che vorrebbero cambiare c’è l’influente Jonathan Ive,  indicato come un convinto oppositore dello schema grafico voluto da Jobs. Sul fronte opposto si troverebbe però l’altrettanto, se non più, influente Scott Forstall, responsabile dello sviluppo di iOS, un personaggio giudicato dai media come vicinissimo al sentire di Jobs e anche al suo carattere irruento, elitario, dispotico e in quanto tale capace di avocare a sè decisioni molto importanti, senza ricorrere alla… democrazia.

game center “Mi sembra che [Apple] si è concentrata troppo imitando l’approccio visivo scheuomorfico piuttosto che concentrarsi sull’effettiva funzionalità” ammette un ex designer senior di Apple per le interfaccia utente, proponendo anche un spiegazione: “Per esempio, in iOS 6 l’ultima versione del sistema operativo mobile di Apple, Forstall ha recentemente mostrato un trituratore di documenti animato, che sarà utilizzato per eliminare e-ticket e tagliandi. Quanti utenti iPhone hanno mai visto un distruggi-documenti nella vita reale? E ‘necessario? O è solo masturbazione visiva? “Per me, è [come mettere, ndr] il rossetto a un maiale,” dice la fonte intimamente familiare con le procedure di progettazione di Apple. “Non c’è bisogno di aggiungere imbellettamenti se il prodotto può stare in piedi da solo”.

 “E ‘come se i progettisti flettessero i muscoli per mostrare quanto sono bravi a creare una rappresentazione visuale di un oggetto fisico. Chi se ne frega?”, dice un altro ex designer di Apple

La battaglia sta arrivando ad un paradosso: internamente ad Apple la fronda degli anti-scheumorfici, sta pensando di andare nella direzione di Microsoft che per Windows 8 con la sua interfaccia Metro ha creato un sistema di comunicazione totalmente simbolico e astratto, ma capace di parlare universalmente. Come dire che in uno mondo dove si è sempre pensato che sia Redmond a copiare Apple, Apple questa volta potrebbe fare la stessa cosa copiando la rivale di sempre. Forstall permettendo.

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